Genova – Un convegno sulle palme che stanno morendo in tutta la Liguria e l’unico esperto che sostiene di poterle curare non è invitato a parlare.
Desta scalpore la notizia della tavola rotonda organizzata per questo pomeriggio nel quartiere di Pegli, gravemente attaccato dal punteruolo rosso che sta facendo strage di palme, a cui non risulta partecipare l’unico tecnico del verde che continua a ripetere che le palme si possono salvare ma senza riuscire a “fare breccia” nel circolo degli studiosi che invece sembra più propenso ad arrendersi alla possibilità che la città di Genova e la Liguria tutta, possa perdere per sempre questa straordinaria pianta che fa parte del panorama della nostra regione da più di 150 anni.
La vicenda è ben nota: un insetto non originario delle nostre latitudini, il punteruolo rosso, sta facendo strage di palme in tutta Italia e, in particolare in Liguria, sta trasformando in modo veloce ed apparentemente senza soluzione, il panorama ammirato dai turisti almeno nell’ultimo secolo. Un’emergenza gravissima che sembra non impensierire troppo gli amministratori di città più o meno grandi che, dopo aver consultato un ristretto cerchio di esperti, sembra aver deciso che la “guerra è persa”.
Il tutto nonostante ci sia chi, come il docente del prestigioso Istituto tecnico “Marsano” di Genova, Marco Corzetto, insiste da anni a ripetere che le palme si possono salvare e la tecnica da utilizzare non è un suo brevetto e può essere adottata da chiunque.
Tecnica adottata non solamente dal docente e tecnico agronomo ma apparentemente “snobbata” per motivi non meglio precisati e che, si augurano i cittadini, verranno quantomeno spiegati nell’incontro.
L’esperto cura infatti un centinaio di palme da diversi anni e la percentuale di successo, sino ad oggi non contestata, è altissima.
Resta il mistero sulla mancata convocazione dell’unica voce dissonante sul futuro delle palme genovesi e sulle motivazioni che hanno spinto gli organizzatori e chi ha offerto il patrocinio all’evento, a non invitare Corzetto quantomeno per un contraddittorio che avrebbe potuto offrire qualche informazione in più ai cittadini.
Un confronto che, in democrazia, resta ancora fondamentale.