Genova – Aumenta di giorno in giorno la preoccupazione degli esperti e studiosi per la sorte del branco di orche che da più di una settimana staziona nel tratto di mare tra Voltri e il Porto di Prà.
I cetacei sono allo stremo per la lunga sosta causata dalla morte del cucciolo che li accompagnava e che la madre non voleva abbandonare e sospingeva verso la superficie nel disperato tentativo di farlo respirare.
Ora mamma orca si è arresa da qualche giorno ma il branco continua a restare nel tratto di mare in cui non ci possono essere risorse alimentari adeguate a sostenere animali di diverse tonnellate e che necessitano di circa 50-60 chili di pesce al giorno.
Esperti e studiosi sperano che le orche, che ormai non dovrebbero più aver motivo per restare, abbandonino presto la zona per ritornare in alto mare a cacciare le loro prede.
Alcuni “tentativi” sono stati fatti. Molti osservatori segnalano che le orche hanno già lasciato per qualche ora la zona e si sono allontanate verso il largo per poi tornare.
Qualcuno pensa anche che le orche facciano delle “uscite” di caccia, proprio per cercare il cibo e poi preferiscono tornare verso riva dove, di fatto, sono al sicuro.
Forse si stanno “rinforzando” dopo giorni e giorni di digiuno e poi partiranno d’improvviso come sono arrivate.
Di certo, però, le loro condizioni fisiche sono molto precarie e l’indebolimento di giorni passati senza mangiare in modo adeguato, stanno diventando molto preoccupanti e c’è il rischio concreto che il branco possa subire altre perdite.
La storia delle orche sta ormai facendo il giro del mondo e il numero delle persone che va ad osservarle – rigorosamente da terra e senza disturbarle in alcun modo – cresce di giorno in giorno.
In molti si domandano come mai non venga installata nella zona del porto di Prà una webcam che le segue dando la possibilità di ammirarle in remoto e senza correre il rischio che qualche irresponsabile le disturbi per portare a casa un selfie.