Genova – Duecento gallerie “a rischio” in tutta la rete autostradale italiana. E’ sconvolgente l’esito delle indagini della Guardia di Finanza sullo stato di salute delle infrastrutture gestite in parte da Autostrade per l’Italia e in parte da altri concessionari.
Un centinaio quelle in concessione ad Aspi del Gruppo Benetton secondo quanto rivelato oggi da Il Secolo XIX in edicola questa mattina.
Una situazione che preoccupa sempre di più automobilisti e italiani in genere poiché l’entità e la diffusione delle situazioni “a rischio” è tale da coinvolgere l’intero Paese.
Le verifiche puntano in particolare sulla correttezza ed autenticità dei report prodotti per documentare la “sicurezza” delle gallerie come dei viadotti. Rapporti che potrebbero contenere degli “aggiustamenti” – secondo le ipotesi investigative – per rinviare interventi di manutenzione e ristrutturazione che hanno costi rilevanti e che graverebbero sulle casse del gestore.
Se fosse confermata questa ipotesi degli investigatori, le gallerie sarebbero state “tamponate” con interventi più che altro estetici invece di approfondire problemi e difetti che potrebbero aver causato i cedimenti come quello avvenuto all’interno della galleria Berté sull’autostrada A26 Voltri Gravellona Toce.
Nel mirino anche i sospetti cedimenti di “onduline” nelle gallerie registrato negli ultimi giorni. Le lamiere metalliche erano posizionate per impedire la caduta dell’acqua dalle volte o solo per motivi “estetici”? Un passaggio chiave per chiarire se i gestori fossero al corrente o meno di situazioni di deterioramento che i pannelli potevano rendere meno evidenti.
Le indagini riguardano anche l’adeguamento delle gallerie alle normative europee. Un obbligo per i concessionari dal 2006 quando l’Italia ha recepito le direttive emanate dalla UE proprio per garantire la sicurezza sulle autostrade.