Genova – Dopo le mascherine con filtro, sono i saturimetri, i misuratori della quantità di ossigeno presente nel sangue, i prodotti anitari più ricercati sul mercato e rappresentano una nuova emergenza per la Liguria alle prese con il coronavirus.
L’allarme è stato lanciato dalla federazione italiana dei medici di medicina generale, in prima linea nella battaglia per arginare la diffusione del virus e per curare i pazienti infettati.
“Abbiamo bisogno di questi saturimetri – ha spiegato Andrea Stimamiglio, segretario regionale della Fimmg – e abbiamo cercato di comprarne il maggior numero possibile. Stiamo portando i nostri personali alle famiglie che ne hanno bisogno”.
Gli strumenti di misurazione della quantità di ossigeno presente nel sangue dei pazienti sono ormai introvabili in farmacie e negozi specializzati.
Una volta facilmente reperibili anche on line, ora, con le consegne sempre più rarefatte, diventano sempre più rari e costosi.
“Ci sono moltissimi casi di coronavirus a casa – ha proseguito Stimamiglio – Fortunatamente nel 95% dei casi hanno un decorso benigno, cioè le persone guariscono. Purtroppo, in una ristretta percentuale di casi, dopo 7-9 giorni si può avere una complicanza che è la broncopolmonite interstiziale. Come ce ne accorgiamo noi? Con il saturimetro, che misura la percentuale di ossigeno. Normalmente è 96, 97, 98, a seconda del soggetto. Se crolla a 91 o anche meno, noi ci accorgiamo che quello è un caso da mandare in ospedale”.
Ma senza il prezioso strumento, che sui siti specializzati nella vendita on line costano anche meno di 20 euro, risulta difficile stimare l’esatta ossigenazione dei pazienti.
L’esame è semplicissimo: basta appoggiare il saturimetro come una “molletta” su un dito e questo inizia a misurare battito cardiaco e saturazione del sangue che vengono indicati su un piccolo schermo sulla parte superiore dello strumento.
La Regione Liguria si sta attivando anche per avere a disposizione un numero sufficiente di saturimetri da distribuire ai medici in prima linea e alle famiglie che hanno un paziente corovavirus in casa.