Genova – Si intitola “Frammenti” ed è il primo EP di Benedetta Raina, giovane cantautrice alessandrina, classe 2001.
L’EP contiene “Stata Mai”, l’ultimo estratto dal primo lavoro, targato Noize Hills Records, un brano in cui viene raccontata la fine di un’amicizia.
Una scelta difficile, inusuale, per un sentimento che spesso è complicato.
A proposito, Benedetta racconta: “Ho sentito il bisogno di scrivere questa canzone perché, essendo una persona riservata, mi è capitato di dover terminare delle amicizie per un motivo per l’altro ed è una cosa strana perché come rapporto lo mettiamo in secondo piano rispetto all’amore o a un rapporto familiare. Essendo più superficiale, tra virgolette, ci rendiamo meno conto quanto possa essere dannoso e leggiamo male i segnali d’allarme o situazioni del tutto tossiche,
Nel caso che mi ha portato a scrivere ‘Stata Mai’ mi è capitato e ho voluto dimostrare anche come questo, al giorno d’oggi sia amplificato ancora di più dai social; e infatti parlo in maniera anche un po’ immatura di storie su Instagram, conversazione WhatsApp proprio per spiegare che i social non sono abbastanza. Possono essere un modo per per connettersi immediatamente con qualcuno ma non si possono fermare a quello. Qualcuno li usa proprio con lo scudo, come rifugio e questo non è bello”.
Tra i pezzi che maggiormente colpiscono già dal primo ascolto c’è ‘Basta’, primo estratto dall’EP: “Basta è una canzone che mi è particolarmente cara – ricorda Benedetta – è stato il primo singolo con cui mi sono buttata nel mondo della musica ma è stata anche la prima canzone che ho scritto completamente in italiano. Ho iniziato a scrivere in inglese e ho sempre ascoltato tantissima musica internazionale. Quando ho iniziato a scrivere, mi sono buttata subito con l’inglese; mi ci è voluto anche un po’ di coraggio per esprimere quello che provavo nella mia lingua”.
La musicalità dei pezzi di Benedetta si compone di ritmi incalzanti dove il cantato si scontra con il beat che gira, creando un mix molto interessante.
Il passaggio di scrittura, dall’inglese all’italiano è stato un momento di cambiamento, anche per l’approccio al modo stesso di comporre.
Su questo, l’artista spiega: “Come composizione, la differenza tra scrivere in italiano e scrivere in inglese ha l’arma della lingua straniera che in qualche modo ci aiuta e ci fa da scudo per filtrare le nostre emozioni. È stata una sfida. L’inglese è una lingua molto musicale perché non ha una desinenza finita. L’italiano ha delle parole composte in maniera differente e questo porta a dover scrivere in maniera differente. E’ una lingua che permette molte più sfumature, poi è la lingua con cui sono cresciuta quindi c’è, ovviamente, un rapporto completamente diverso”.
Il futuro della musica live al momento appare incerto, le regole sul distanziamento sociale hanno portato tanti artisti ad annullare i concerti previsti per l’estate.
“E’ tosta, doppiamente tosta. Amo stare sul palco, anche se ancora ho avuto poche occasioni. Avendo iniziato nell’ottobre del 2019 ho fatto pochi live e stavo iniziando. Ma amo stare sotto al palco e vedere la musica dal vivo per me è fondamentale. Sono veramente dispiaciuta. La musica dal vivo unisce le persone come nient’altro e lo fa sia nei grandi concerti che alle feste di paese. Spero si possa uscire da questa situazione velocemente e spero la musica dal vivo possa tornare subito. E’ importante, al di la del fattore economico, anche da un punto di vista emotivo”.
Ma cosa c’è nel futuro di Benedetta?
La giovane artista ha le idee chiare: “Ho già qualche singolo pronto e spero di poter tornare live molto presto. Soprattutto, spero di potermi costruire un seguito, non necessariamente un numero enorme di persone ma ascoltatori fedeli, disposti a spostarsi per vedere un concerto. Questo è quello che porta avanti un artista, non i grandi numeri. Arrivata a quel punto, spero di poter realizzare il mio grande sogno, quello di un concept album.
Sono cresciuta con questo mito e mi sembrerebbe di sdebitarmi nei confronti degli artisti che mi hanno accompagnata in tantissimi momenti della mia vita. La musica, e l’arte in generale, è quella che ti coinvolge personalmente. Il concept album racconta una storia; si può ascoltare la canzone e ignorare il concetto ma quando subentra la passione e ci si sente parte di qualcosa si cerca di capire cosa volesse dire l’artista e si diventa parte dell’opera”.