Savona – La provincia savonese supera quota 250 contagi su 100mila abitanti e la Regione Liguria potrebbe far scattare il prolungamento delle misure restrittive pasquali anche dopo lunedì, insieme al ponente ligure.
Preoccupa l’impennata di nuovi contagi da coronavirus nella Liguria di centro ponente e le autorità sanitarie regionali stanno valutando ulteriori restrizioni per bloccare la pandemia.
“È chiaro che noi oggi abbiamo una regione che va a due velocità – ha spiegato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – con un’incidenza che nel savonese ha superata la soglia dei 250 contagi su 100mila abitanti. Nell’imperiese non si è raggiunta ma i numeri sono indubitabilmente in crescita, mentre il genovesato, il Tigullio e La Spezia hanno valori decisamente meno preoccupanti, anche dal punto di vista della pressione ospedaliera. A fronte di questo, se nelle prossime ore e nei prossimi giorni non ci fosse una inversione dei dati, che purtroppo non vedo al momento molto probabile, è possibile che per alcuni di quei distretti sanitari o per le intere province si possa pensare a un prolungamento delle misure ulteriormente restrittive, tenendo però naturalmente conto dei parametri nazionali per l’assegnazione delle zone per l’intera regione”.
“È ovvio – prosegue Toti – che se domani il Governo dovesse ulteriormente abbassare i parametri di soglia o introdurre nuovi elementi di rischio nei parametri che comportano la valutazione settimanale, è possibile che sia la regione ad affrontare alcune misure nel suo complesso e che non si necessitino misure di tipo localizzato, che ovviamente prenderemo come sempre sentito il Ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità e il Comitato tecnico scientifico. Si tratta di vedere se nelle prime due giornate di fascia rossa avremo una inversione del trend o se sia più prudente, utilizzando come abbiamo sempre fatto dall’inizio della pandemia il criterio della massima cautela, immaginare che alla mezzanotte del giorno di Pasquetta alcune zone della nostra regione non tornino in una fascia di minore rischio ma prolunghino la chiusura pasquale per alcuni giorni”.
“Questa mattina – aggiunge il presidente – Alisa la nostra task force stava elaborando un passaggio alla fase 4 del piano di contenimento pandemico ospedaliero per i presidi della Asl1 e della Asl2, aumentando i posti letto in modo precauzionale sia di terapia intensiva che di media intensità, in vista probabilmente di una pressione ospedaliera su quelle due aree che di solito è proporzionale all’aumento dell’incidenza nei giorni precedenti”.
“Per quanto riguarda l’ordinanza che abbiamo varato sulle seconde case- aggiunge Toti –
è stata introdotta per due ragioni. Una di tipo interno, che si lega agli eventuali provvedimento di cui dovremmo discutere nelle prossime ore, e una di tipo esterno: non sfugge a nessuno che i territori attorno a noi sono per lo più rossi, mentre la Liguria è in zona arancione, quindi il rischio che tante persone che si muovono provengano da territori dove l’incidenza è o è stata alta nelle giornate immediatamente precedenti è molto elevata. Pertanto essendo da sabato 3 di fatto l’Italia già bloccata dal decreto nazionale, abbiamo ritenuto prudente aggiungere questa misura essendo la Liguria, nelle festività di Pasqua, una meta tipica e ritenendo, al di là del fatto che la sanità ha priorità su tutto, che anche il danno economico al settore del turismo sarebbe stato già comunque evidente per le misure nazionali”.
“Oltre a questo – conclude Toti – vi è ovviamente la consapevolezza del fatto che se noi non utilizziamo questi giorni sommando alle misure nazionali anche questa misura aggiuntiva regionale per cercare di abbattere la curva, rischiamo che la terza ondata su Regione Liguria, anche se magari d’impatto minore rispetto ad altrove, possa portare la nostra regione, o il Governo nazionale, a dover assumere misure di contenimento pandemico quando le altre regioni invece si avviano verso la riapertura”.