La Spezia – Sarebbe fuggito in Egitto con un volo pagato direttamente dall’Ambasciata egiziana in Italia il militare egiziano indagato a La Spezia per stupro. A rivelarlo, nell’edizione di questa mattina, Il Secolo XIX, che segue l’intricata vicenda che ora si sta trasformando in un nuovo gravissimo incidente diploimatico con l’Egitto.
Mahmoud Mohamed Mabrok doveva restare in consegna nell’albergo dove risiede insieme allo staff egiziano della fregata Bernees, venduta all’Egitto da Fincantieri dopo essere stata costruita per la Marina Militare italiana e già varata con il nome di Emilio Bianchi.
Il militare aveva garantito ai carabinieri che non si sarebbe allontanato ma subito dopo, incredibilmente, si sarebbe imbarcato su un volo per l’Egitto riuscendo a sfuggire ai controlli delle autorità italiane e con volo pagato – secondo quanto rivelato da Il Secolo XIX – dall’Ambasciata egiziana in Italia.
Il volo risulterebbe prenotato dall’ambasciata in aperta violazione degli accordi con i carabinieri e con le autorità italiane che, d’altra parte, non avrebbero diramato un avviso di sicurezza agli imbarchi aeroportuali per impedire la fuga del militare.
Oltre il danno la beffa per la giovane italiana che ha denunciato di essere stata oggetto delle bramosie sessuali del militare egiziano e che ne ha denunciato l’operato alle forze dell’ordine.
Un’incredibile sequenza di leggerezze che, se confermata, meriterebbe una indagine approfondita e sanzioni pesantissime per tutti i soggetti che avrebbero dovuto impedire quanto avvenuto e non lo hanno fatto nel modo adeguato.
Un ulteriore incidente diplomatico con un paese, l’Egitto, che deve ancora spiegare la morte e le torture a Giulio Regeni, cittadino italiano ingiustamente catturato, recluso, torturato e infine ucciso da uomini dei servizi segreti egiziani.
Inoltre una specifica indagine potrebbe essere aperta sulla compravendita delle navi militari, costruite per la marina italiana e pagate dallo Stato italiano con denaro pubblico, e poi rivendute – pare con uno sconto molto forte – alle autorità egiziane che godrebbero persino di una garanzia offerta dalla Cassa Depositi e Prestiti sempre emanazione dello Stato Italiano.
La fregata Bernees su cui era imbarcato per addestramento il militare indagato per stupro, si chiamava in realtà Emilio Bianchi e doveva essere impiegata dalla Marina Militare italiana che se l’è vista invece “soffiare” dalla marina egiziana insieme ad altre navi militari che dovrebbero essere consegnate all’esercito egiziano per accordi ancora non chiariti del tutto.
Del caso si era occupata anche la trasmissione Report sollevando un vespaio di polemiche politiche che potrebbero avere seguito con una specifica indagine parlamentare.