Genova – Sono 59 le persone rinviate a giudizio dalla Procura di Genova a fine delle indagini preliminari, durate quasi 3 anni, sul tragico crollo del Ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone.
I Pm che seguono il caso hanno contestato agli indagati anche la “colpa cosciente” che aggrava, se riconosciuta dal Tribunale, la loro posizione e l’eventuale pena detentiva.
Secondo i pubblici ministeri, infatti, alcuni degli indagati era “consapevoli dei rischi” e ci fu “immobilismo” da parte di chi poteva prendere decisioni che avrebbero potuto forse evitare il crollo.
Per le 59 persone sono pronte accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, omissione d’atto d’ufficio, e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavoro.
I pm hanno chiesto il giudizio anche le Autostrade per l’Italia e Spea nella loro qualità di aziende.
Il numero degli indagati è sceso rispetto all’avvio delle indagini che aveva visto iscritti nel registro apposito ben 71 nominativi.
Tre di loro sono deceduti durante il periodo delle indagini ed ovviamente non possono essere processati.