Genova – È stato nuovamente rinviato, questa volta a data da destinarsi il processo a carico dell’ex consigliere leghista della Regione Liguria Giovanni De Paoli, accusato di aver pronunciato la frase choc “se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno”.
La nuova sospensione del processo arriva a causa della cessazione delle funzioni del giudice che segue il caso. Il processo si sarebbe dovuto tenere il 16 settembre alle ore 10 presso il Tribunale di Genova.
De Paoli è stato rinviato a giudizio dal pubblico ministero Patrizia Petruzziello perché accusato di aver detto a margine di una seduta della commissione regionale sulla famiglia “Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno.”
«Trattandosi del primo caso contro l’omofobia in Italia, facciamo un Appello alla Magistratura affinché questo procedimento penale possa proseguire prima possibile con un nuovo Giudice da destinare» – commenta Aleksandra Matikj, presidentessa del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” autrice della denuncia – Abbiamo messo in piedi questa causa così vitale nel rispetto dei Diritti Umani contro le discriminazioni di migliaia di persone che crea un precedente davvero necessario soprattutto in attesa dell’approvazione di una legge come il Ddl Zan, tutt’ora non ancora passata in Senato della Repubblica Italiana. Ci aspettiamo tanto dalla Magistratura genovese.»
Il consigliere leghista si era difeso sostenendo di aver pronunciato una frase diversa e di senso “opposto” a quello per il quale è sotto processo.
Il confronto giudiziario è fondamentale per l’accertamento della verità.
La preoccupazione dei denuncianti è che il processo possa estinguersi per la prescrizione del reato.