Imperia – Si è presentata nuovamente all’ingresso dell’Istituto Ruffini senza il regolare green pass e senza il risultato di un tampone anti coronavirus la bidella che ieri è stata denunciata dopo un lungo braccio di ferro con i responsabili dell’istituto.
La donna, convintamente no Green Pass, si è ripresentata al lavoro sprovvista delle certificazioni sanitarie previste e, ancora una volta, è stata respinta come prevedono le disposizioni di legge in tutela della salute degli altri lavoratori e degli studenti e delle loro famiglie.
Ancora una volta sono state presentate “giustificazioni” che non sono state considerate valide dagli addetti alle verifiche e, ancora una volta, sono intervenute le forze dell’ordine per allontanare la donna e per una nuova sanzione e denuncia.
Il braccio di ferro sembra però destinato a proseguire e se la donna dovesse presentarsi anche domani, senza green pass e senza certificazione di tampone anti coronavirus, per le potrebbe scattare la denuncia penale per interruzione di servizio pubblico e un provvedimento disciplinare che potrebbe farle perdere il posto di lavoro.
La vicenda, certamente, avrà un seguito nelle aule di un Tribunale e i giudici saranno chiamati a confermare o meno la validità dei provvedimenti presi dai dirigenti dell’Istituto.
Difficilmente – ma non è escluso – la vicenda potrebbe avere bisogno del pronunciamento della Corte Costituzionale che potrebbe chiarire una volta per tutte se il green pass e le limitazioni per il personale che non desidera vaccinarsi o che rifiuta l’uso delle autorizzazioni sanitarie, sia o meno in linea con i dettami della Costituzione.
In caso di conferma della utilizzabilità del green pass, però, potrebbero scattare in modo automatico e molto più rapido, i licenziamenti per chi si oppone al loro utilizzo nel settore sanitario e scolastico ed in ogni ambito dove il Governo stabilirà l’obbligo.