Finale Ligure non revoca la cittadinanza onoraria conferita nel 1927 a Benito Mussolini e il caso diventa nazionale tra le polemiche divampate dopo la decisione.
La proposta della lista “Per Finale” di revoca della nomina del Duce a cittadino onorario è stata infatti respinta dal consiglio comunale tra le proteste dell’opposizione di gran parte del centro sinistra e le “giustificazioni” del centro destra e del sindaco circa una supposta tendenza a “ripulire” il passato.
Secondo il primo cittadino, ex eletto nelle fila del PD, infatti, revocare l’onorificenza sarebbe “un falso storico” e un mero tentativo di cancellare quello che i concittadini pensavano quando venne presa la decisione.
La cittadinanza onoraria, quindi, dovrebbe restare perché scritta nella Storia.
Una tesi contestata dall’Anpi e dalle forze di centro sinistra che ricordano al sindaco e alla maggioranza che ha respinto la proposta che “revocare” significa ritirare e non certo “cancellare”.
La richiesta era dunque quella di togliere una onorificenza concessa a persone che si sono distinte per rettitudine morale, atti di eroismo o per particolari legami con la città.
Trattandosi di benemerenza, la stessa, laddove cessino i motivi di riconoscimento, può essere revocata.
Secondo la tesi dei “pro revoca” insomma, togliere la cittadinanza a Benito Mussolini equivale a togliere qualcosa che viene attribuita a persone meritevoli.
Nessuna volontà di cancellare la Storia o di ricerca di una “verginità politica” più volte citata durante la seduta del consiglio comunale.
La vicenda sta facendo divampare a livello nazionale le proteste e le polemiche ma il sindaco e la maggioranza che guida Finale Ligure sembrano compatti nel rifiutare la revoca della cittadinanza onoraria concessa a Mussolini nel 27, in piena epoca fascista e nel pieno del fervore (e del successo politico) del Duce.