Genova – La morte di Camilla Canepa sarebbe stata provocata dagli effetti avversi della vaccinazione. Una sfortunata serie di combinazioni che può verificarsi raramente ma costituisce un rischio “noto” che interessa, in forma maggiore o minore, l’assunzione di qualunque farmaco.
Lo avrebbero scritto i medici legali chiamati a compilare una prima relazione sulla morte della giovane di Sestri Levante che lo scorso 10 giugno, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Astra-Zeneca, ed è morta dopo qualche giorno per le complicanze di una trombosi.
I periti incaricati dai Pubblici Ministeri che indagano sull’accaduto avrebbero compilato la loro relazione spiegando che la giovane non soffriva di patologie pregresse e che le cure ormonali a cui si stava sottoponendo non avrebbero avuto alcuna influenza sulla morte.
Dal documento consegnato ai pm, inoltre, non emergerebbero responsabilità evidenti per i medici dell’ospedale di Lavagna che hanno dimesso la giovane dopo la prima corsa in ospedale.
E proprio sulla questione delle dimissioni dall’ospedale del levante, il legale della famiglia Canepa ha sollevato dubbi indicando la necessità di ulteriori approfondimenti.
Camilla, lo scorso 25 maggio, aveva risposto alla chiamata per la vaccinazione volontaria contro il Coronavirus in uno degli open day promossi da Regione Liguria e Alisa e destinati alla fascia di popolazione più giovane.
Il 3 giugno la giovane aveva accusato un forte mal di testa e fotofobia, il fastidio provocato dalla esposizione alla luce del sole. Visti i sintomi, Camilla era andata in ospedale per accertare il suo stato di salute.
La tac non aveva evidenziato problemi e i medici avevano deciso di rimandare a casa la ragazza con la raccomandazione di ripetere i test entro 15 giorni.
Due giorni più tardi, il 5 giugno, la 18enne era stata nuovamente portata in ospedale con difficoltà nei movimenti e i successivi esami avevano confermato la presenza di una trombosi.
Visto il gravissimo quadro clinico, la ragazza era stata sottoposta a due delicati interventi chirurgici per tentare di salvarle la vita. Il primo per rimuovere il trombo, il secondo per ridurre la pressione nella zona cranica.
Dopo l’intervento, lo scorso 6 giugno, la giovane era stata ricoverata in Terapia Intensiva in condizioni gravissime fino al tragico epilogo.
Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo al momento a carico di ignoti.