Genova – Un presidio spontaneo, pacifico e nel rispetto delle norme anti covid, davanti a Palazzo San Giorgio per dire no allo spostamento dei depositi chimici di Carmagnani e Superga a Ponte Etiopia, a breve distanza dalle abitazioni di Sampierdarena.
Il tam tam corre sui social e i Cittadini contrari all’insediamento ed ingrandimento dei depositi chimici si danno appuntamento alle 15, in piazza Caricamento, davanti a Palazzo San Giorgio, sede dell’ autorità di sistema portuale che si riunisce per decidere se dare parere positivo alla locazione di 77.000 mq di Ponte Etiopia al gruppo che vuole utilizzarli per stoccare materiali infiammabili, tossici e potenzialmente esplosivi.
L’attuale situazione pandemica e il senso di responsabilità delle associazioni e dei Comitati impedisce di convocare una vera e propria manifestazione di piazza ma è probabile che la piazza Caricamento, molto grande, consentirà il distanziamento di moltissime persone.
I primi partecipanti dovrebbero arrivare per le le 14.00 per sensibilizzare tramite volantinaggio le persone che si recheranno a decidere del nostro futuro dell’area e del quartiere di Sampierdarena in subbuglio per l’annuncio della scelta fatta per lo spostamento a Sampierdarena del polo chimico di Multedo.
Un annuncio fatto dal sindaco marco Bucci durante l’assemblea nel centro civico Buranello.
Sul tavolo dell’autorità portuale la richiesta di concessione del via libera ma anche le osservazioni legali e le richieste di garantire la sicurezza dei Cittadini presentate da Associazioni e Comitati pronti a “dare battaglia” contro la decisione.
Un progetto che, oltre a rappresentare un rischio per la popolazione, potrebbe costare circa 30 milioni di euro di fondi pubblici e dar vita ad una battaglia legale dal risultato incerto per le parti.
Comitati, Associazioni e Cittadini smentiscono anche la possibile contrapposizione di Multedo e Sampierdarena e ribadiscono che non è necessario decidere tra i due qaurtieri perchè esiste anche l’opzione Zero, ovvero lo spostamento del Polo Chimico in area non abitata e non vicina a residenze a scuole.
Una coabitazione che, secondo molti osservatori, potrebbe provocare “una nuova Beirut” citando la violentissima esplosione avvenuta nel porto della capitale libanese e che ha raso al suolo interi quartieri della città e provocato centinaia di vittime.
Una responsabilità che chi decide domani rischia di prendersi sulle spalle.