Sanremo (Imperia) – Dal palco del Festival di Sanremo si celebra anche il ricordi delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Roberto Saviano, in un monologo ha ricordato che il coraggio è sempre una scelta.
“Siamo qui a ricordare – ha esordito lo scrittore – vuol dire rimettere nel cuore. Per gli antichi il cuore era la sede della memoria.
Ricordandoli non stiamo provando nostalgia, li stiamo rimettendo in vita, nel cuore.
Molti di noi ancora non c’erano eppure la loro storia [di Falcone e Borsellino n.d.r.] è parte della nostra vita. Per tutti noi loro sono simbolo di coraggio, il coraggio è sempre una scelta.
Di fronte alla necessità di cambiare le cose si ha sempre una scelta. Falcone e Borsellino è la storia di chi sceglie pur sapendo di rischiare.
La mafia era convinta che nessuno si ricordasse della loro morte. Falcone e Borsellino erano stati delegittimati. Quando erano in vita non erano ricordati come eroi, erano accusati di essere in cerca di popolarità.
Di Falcone si arrivò a dire che la borsa con i 51 candelotti di dinamite rinvenuti nella spiaggia davanti a casa sua l’avesse messa lui stesso per fare carriera. Non essendo all’altezza del loro coraggio si preferiva affossarli.
La delegittimazione serviva a creare diffidenza in chi era dalla loro parte e la mafia questo lo sapeva e lo ha sfruttato
Rita Atria, era di Partanna. Guardò il festival del 1992 da un appartamento di Roma. Era la figlia di un boss di Partanna, aveva perso il padre, ucciso. Anche il fratello era stato ucciso nel tentativo di vendicare il padre uccidendo i suoi aguzzini.
Rita aveva deciso di denunciare ciò che sapeva di quella mafia pur sapendo di mettersi contro la sua stessa famiglia. Era la più giovane testimone di giustizia d’Italia insieme a sua cognata Piera Aiello. Ad accompagnarle c’era Paolo Borsellino. Per Rita era una guida. Dopo la strage di via D’amelio, 7 giorni dopo, Rita si è uccisa.
Ogni volta che noi non scegliamo è perché abbiamo paura ma poi ci accorgiamo che la neutralità non ci tiene in sicurezza”.