Genova – Partirà questa mattina l’equipe medico infermieristica dell’ospedale Gaslini che andrà in Polonia, a Rzeszów, a circa 70 chilometri dal confine, a visitare e curare i bambini oncologici, o affetti da patologie gravi che non possono più essere curati in Ucraina e che sono fuggiti alla guerra.
Alcuni di loro saranno trasferiti nell’ospedale pediatrico genovese grazie ad una operazione congiunta Regione Liguria-Protezione Civile-Ospedale Gaslini e Croce Rossa italiana.
“L’Istituto Giannina Gaslini – spiega Renato Botti, direttore generale dell’istituto – si è messo a servizio per un coordinamento nazionale della gestione di questa emergenza, è possibile che si renda necessario dare una risposta oltre che a pazienti oncologici, anche a vittime di guerra, o bambini affetti da altre patologie. L’Ospedale Gaslini, come policlinico dotato di tutte le specialità pediatriche, è pronto a ricevere e a curare tutti i piccoli che avranno necessità di cure di alta complessità. Le sue strutture e i suoi professionisti sono già allertati, grazie ad un notevole sforzo organizzativo reso possibile dalla Direzione Sanitaria, diretta da Raffaele Spiazzi, e dal contributo del responsabile del Governo Clinico Giuseppe Spiga, per poter garantire, anche in questa occasione, una risposta di eccellenza per tutti i bambini bisognosi di cure”.
“La Liguria offre un altro fondamentale supporto ai profughi della guerra – ha spiegato il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti – Grazie ad un’operazione coordinata tra la Sanità di Regione Liguria e la Protezione Civile, un’equipe medico infermieristica dell’Ospedale Gaslini, con a capo il dottor Andrea Moscatelli, Direttore del Dipartimento di Emergenza e della Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica del Gaslini, partirà domani per una missione che durerà una settimana. Il Gaslini, anche in questo drammatico frangente, si conferma un’ eccellenza nella cura dei più piccoli a livello ligure e mondiale. Ancora una volta stiamo mettendo in campo tutti gli aiuti necessari per dare un conforto, in questo caso medico, alle vittime della guerra”.