Genova – Tre settimane in più per analizzare i reperti provenienti dalla borsa che Nada Cella aveva con sè il giorno che fu uccisa nell’ufficio del commercialista Marco Soracco a Chiavari. Le ha chieste, portando a 3 il numero dei rinvii per la consegna delle perizie genetica sul caso riaperto, il genetista che segue il caso, lo stesso che identificò l’assassino di Yara Gambirasio, la ragazzina seviziata e uccisa in un campo nel bergamasco.
Non si tratta di un “colpo di scena” poiché la borsa era già stata analizzata all’epoca dei fatti a il ritrovamento da parte della madre di Nada Cella, Silvana Smaniotto, del reperto apre alla possibilità di analisi più approfondite con tecnologie che, nel 1996, ancora non esistevano.
Si spera così di trovare le prove necessarie a chiudere il caso o con la conferma dei sospetti su una donna già entrata nelle indagini 26 anni fa e poi scagionata, oppure su una chiusura definitiva del “cold case” perché ancora una volta non sono emerse prove a carico di qualcuno.