Genova – Un’altra giornata “chiave”, quella di oggi, per il processo per il crollo di Ponte Morandi che provocò la morte di 43 persone e danni incalcolabili alla città di Genova.
Sul banco dei testimoni dovrebbero presentarsi alcuni tecnici di Spea, la controllata di Autostrade per l’Italia del Gruppo Benetton. A loro verrà chiesto di approfondire come venissero eseguiti i controlli “dentro” il ponte Morandi, ovvero all’interno dei cassoni sotto il manto stradale.
Gli inquirenti intendono chiarire come siano stati fatti i controlli durante il periodo nel quale sembra che la società non disponesse dei tecnici abilitati ad entrare nei cassoni attraverso le strette “botole” di accesso e come venissero eseguiti questi accessi visto che erano necessari i pontoni mobili montati come torri su camion, mezzi realizzati solo recentemente per la cantieristica stradale.
Il sospetto – da confermare o smentire – è che tali controlli non siano stati effettuati o che siano stati effettuati “da lontano”, senza accedere all’interno come prescritto.
Le dichiarazioni e i rapporti dei controlli, infatti, sembrano esserci nella copiosa documentazione sequestrata dagli inquirenti e i giudici dovranno stabilire se si tratta di controlli eseguiti come quelli che venivano fatti – secondo l’ipotesi di accusa – passando in auto nelle gallerie con la musica ad alto volume. Controlli sui quali è lecita qualche perplessità.