Genova – Sciopero e presidio davanti all’Esaote per le undici lavoratrici dei multiservizi che prestano la loro attività in appalto presso la grande azienda presente ad Erzelli e a Multedo. Il caso delle lavoratrici dei multiservizi che operano in Esaote attraverso l’impresa Moma, alle quali è stata negata l’assemblea sindacale tra le mura aziendali, continua a fare scalpore a causa delle condizioni di lavoro. Lo scorso 16 maggio le addette hanno dovuto svolgere la loro assemblea sindacale all’aperto, per strada, per discutere del taglio delle ore e del loro salario da fame. Le addette dei multiservizi si definiscono lavoratrici fantasma ma da 10, 20, 30 anni lavorano presso i siti dell’azienda committente, Esaote, prestando la loro opera per la pulizia degli ambienti di lavoro.
Tuttavia, andare avanti è sempre più difficile perché le lavoratrici sono costrette a subire il taglio delle ore: da cinque ore al giorno a due o poco più. La paga? 370 euro al mese per le lavoratrici invisibili di cui Esaote vuole continuare ad ignorare il destino. “Esaote deve prendere in carico questa situazione, come committente non può permettere che si continui ad erodere un salario già basso – spiegano Gianna Fadda e Antonella Cozzolino, funzionarie sindacali Uiltrasporti Liguria – Si torna indietro, si ritorna a prima del 20 maggio del 1970, quando lo Statuto dei Lavoratori non era ancora Legge e le assemblee non si potevano svolgere tra le mura aziendali: una vergogna!”. Ma le lavoratrici non si perdono d’animo e dichiarano sciopero per lunedì 22 maggio con tanto di volantinaggio davanti all’Esaote.