La Spezia – Avevano preso possesso con la violenza di uno spazio in località Casermette e lo avevano trasformato in una discarica abusiva che cresceva di giorno in giorno sotto gli occhi preoccupati dei residenti.
Dopo i primi interventi di bonifica la polizia locale spezzina, con l’Ufficio Ambiente e Monitoraggio del Comune, ha effettuato dei controlli ma ci si è resi conto che ad ogni pulizia il fenomeno dell’abbandono riprendeva con ancor maggiore vigole e così è partita un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, da parte della Polizia Locale spezzina e dei Carabinieri Forestali, che dopo mesi di lavoro hanno smascherato una vera e propria organizzazione che gestiva di fatto una discarica non autorizzata in località Casermette e nell’ex caserma dei Vigili del Fuoco. Denunciati per aver organizzato il trasporto abusivo di rifiuti e creato e gestito una discarica abusiva sono stati due fratelli bosniaci di 41 e 37 anni, unitamente ad una donna serba di 54.
L’indagine condotta e coordinata dalla Sezione di Polizia Giudiziaria e Sicurezza Urbana della Polizia Locale diretta dal Comandante Bertoneri e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale dei Carabinieri Forestali diretti dal Tenente Colonnello Stinchi, ha portato alla luce la realizzazione di una discarica che aveva superato gli oltre 400 metri cubi di materiale accumulato.
La procedura messa in atto dagli indagati vedeva in particolare il 41enne bosniaco raccogliere svariati rifiuti, per la maggior parte speciali, in giro per tutta la provincia, mentre si è accertato seguendo i suoi movimenti che ben 19 aziende gli conferivano indebitamente i rifiuti per uno smaltimento “rapido”, non tracciabile e che eludeva la normativa ambientale vigente. I rifiuti, spesso costituiti da batterie, isolante, cartongesso e scarti edili, venivano smaltiti nell’ex area dei Vigili del Fuoco, ora di proprietà di una società immobiliare, nonché sui terreni limitrofi di proprietà del Comune della Spezia, creando una vera e propria discarica a cielo aperto.
Il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini dichiara: “Si conclude con successo un’operazione che è stata portata avanti per diversi mesi, avviata grazie a numerose segnalazioni dei cittadini. Il frequente trasporto e lo scarico abusivo di rifiuti, nonché l’insorgere di una discarica abusiva presso le Casermette, hanno creato disagi e preoccupazioni ai residenti, oltre a rappresentare un pessimo biglietto da visita per i turisti che accedono all’area camper. Dalle indagini è emerso che si trattava di operazioni organizzate e grazie alla sinergia tra gli uffici Ambiente e Monitoraggio del Comune della Spezia, la Procura della Repubblica, la Polizia Locale e i Carabinieri Forestali, siamo riusciti a individuare i responsabili, i quali saranno puniti conformemente alla legge. Presto verrà avviata l’operazione di bonifica dell’intera area. Esprimo le mie più sincere congratulazioni alle forze dell’ordine, gli agenti e il personale degli uffici del comune, che hanno condotto un’indagine approfondita e complessa. È grazie a collaborazioni di questo tipo, unite alle testimonianze dei cittadini, che si possono ottenere straordinari risultati. Stiamo compiendo importanti progressi nella tutela e nel decoro del nostro territorio, ma affinché la pulizia sia mantenuta, è fondamentale la collaborazione di tutti, ovvero enti, forze dell’ordine e cittadini, ognuno dei quali deve fare la propria parte”.
A dimostrare il tutto, un lavoro certosino dei militari dei Carabinieri Forestali e degli agenti della Polizia Locale, che per mesi hanno seguito i movimenti di mezzi e persone nell’area. È stato accertato che come magazzino per i rifiuti erano utilizzati anche degli autocarri già sotto sequestro penale di proprietà della 54enne serba, denunciata all’Autorità Giudiziaria anche per omessa custodia di beni sottoposti a sequestro, che venivano riempiti dal bosniaco, denunciato a sua volta anche per violazione di sigilli.
L’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Polizia Locale, effettuata oltre che con pedinamenti e appostamenti, per monitorare i movimenti dei veicoli, si è avvalsa di tutte le tecnologie avanzate messe a disposizione dall’Amministrazione comunale ed ha permesso anche di appurare che il coinvolgimento di un minore, segnalato al Tribunale per i minorenni di Genova.
Lo scarico di materiale nella discarica è stato documentato per mesi, così come chi ha conferito indebitamente i rifiuti. Per le operazioni venivano principalmente utilizzati due autocarri, uno di proprietà di una donna, al momento risultata estranea ai reati, che come copertura aveva una ditta che poteva solo conferire rifiuti autoprodotti per un massimo giornaliero di 30 kg. Di fatto il business fruttava bene al trio che in un mese è risultato smaltire circa 13 tonnellate di rottami ferrosi, oltre che i compensi percepiti per i rifiuti smaltiti illecitamente.
Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Elisa Loris, hanno portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo da parte del GIP della Spezia, di due autocarri utilizzati per il trasporto abusivo e lo smaltimento dei rifiuti. Sequestri eseguiti nella mattinata odierna e che di fatto impediranno, che i mezzi vengano utilizzati per commettere altri illeciti. Gli altri mezzi, che già erano formalmente sotto sequestro e che venivano utilizzati come magazzino, sono stati asportati e messi in un luogo sicuro di proprietà del Comune, in modo da non essere più utilizzati per attività illecite.
Il Comune della Spezia si è contemporaneamente attivato con l’Ufficio Ambiente, rimuovendo anche tre roulotte in disponibilità ai famigliari degli indagati, che senza titolo stazionavano sulla pubblica via, inoltre ha emesso un’ordinanza di pulizia ai proprietari dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco e si è attivata per pulire l’area di propria competenza.
I titolari delle 19 ditte che hanno conferito illecitamente i rifiuti saranno tutti convocati e denunciati per l’illecito smaltimento di rifiuti, così come i privati cittadini che hanno abbandonato i rifiuti, che saranno invece sanzionati in base al Regolamento comunale con sanzioni da 300 a 450€.