Rapallo (Genova) – Il Comitato No Tunnel risponde alle dichiarazioni rilasciate da Autostrade durante la presentazione del progetto per il collegamento con la Val Fontanabuona.
Una “risposta difficile” secondo il comitato, per almeno due motivi:
“Il primo – scrive il Comitato – perché non è stato aggiunto nulla di nuovo, la solita storia ammuffita, come ammuffito è il progetto di dieci anni fa. La Società Autostrade non è mai esaustiva nelle proprie risposte, esprime sempre i soliti due inutili concetti che sono indifendibili di fronte all’assoluta inadeguatezza di un progetto che era ingiallito, in fondo ad un cassetto da oltre dieci anni, che nessuno aveva mai considerato e che si basa su dati lontani un decennio che non hanno più alcun aggancio con il mondo di oggi”.
Gli esempi – secondo il Comitato che si oppone alla costruzione del tunnel – sono molteplici: dall’analisi costi/benefici preparata nel dicembre 2014 redatta considerando il prezzario ANAS 2013 con costi che saranno decuplicati, ai riferimenti riguardanti vari piani regolatori o di traffico che o non esistono più, o non sono più aderenti all’odierna realtà.
“Pensiamo soltanto – denuncia il Comitato – alla nuvola di fumo che ricopre la questione riguardante il cantiere di San Pietro di Novella sul quale il progetto è in palese contraddizione”.
“Il secondo – prosegue il Comitato – è quello che ci lascia allibiti e ci fa notevolmente arrabbiare, perché Società Autostrade ritiene gà scontato che la valutazione di impatto ambientale, di cui ufficialmente non si sa ancora nulla, arrivi entro ottobre e sia assolutamente e totalmente a favore del progetto. Questa è una manifestazione di devastante arroganza di fronte a cittadini che stanno attendendo risposte che riguardano la propria vita, la propria esistenza quotidiana, e che non possono fare altro che pensare che, evidentemente, la Società Autostrade conosce cose che le “persone normali” non sanno e che la Commissione VIA del Ministero non ha ancora deciso o che, comunque, non ha ancora comunicato”.
Sempre secondo il Comitato “la serietà di chi decide quali infrastrutture progettare e realizzare imporrebbe di aspettare la fine dei procedimenti dell’approvazione del progetto prima di dare tutto per scontato, perché a noi “cittadini” piace pensare all’onestà e alla capacità dei professionisti presenti in Commissione e al Ministero e al fatto che il loro lavoro abbia un valore”.
Tutto questo – spiega in una nota il Comitato – chiaramente ed anzi potenzia l’intenzione del Comitato No Tunnel diportare avanti i concetti già espressi contro questa infrastruttura che è inutile sul piano della viabilità, devastante come impatto ambientale e catastrofica per la città di Rapallo, e per l’intera riviera, che a causa dei cantieri rischierà di restare isolata per un decennio.
Infrastruttura che il comitato considera “sorpassata” perché basata su un progetto vecchio e ammuffito con dati fondamentali raccolti nel 2013 e un’analisi costi e benefici del 2014 e
“pericolosa” come dimostrato dal fatto che negli ultimi due mesi sono stati numerosi gli incidenti di notevole entità nel tratto autostradale Genova Nervi – Recco- Rapallo, che sfocia proprio al termine della Galleria Maggio.
Secondo i rappresentanti del No al Tunnel “è pura follia inserire l’uscita di una galleria nel tratto più pericoloso e trafficato dell’intero percorso autostradale”.
“Se fosse già esistito l’Innesto A12-Val Fontanabuona quando il bus ha preso fuoco nella galleria fra Recco e Nervi, arrivando dalla Valle saresti rimasto chiuso dentro ai due piccoli tunnel oppure bloccato sul viadotto di Arboccò. I chilometri di coda sarebbero aumentati e non diminuiti, a conferma che l’alternativa all’Autostrada A12 non può la stessa Autostrada A12”.
Il comitato No Tunnel ribadisce che “non è facile continuare ad esprimere con forza il proprio dissenso quando tutto sembra già deciso, ma ci proveremo fino in fondo. Non per partito preso, ma perché siamo sempre più convinti che quest’opera non cancellerà soltanto le nostre colline che rappresentano un tesoro per l’intera comunità rapallese, ma con un decennio di cantieri metterà in ginocchio l’intera città”.