Genova – Si chiude con la condanna a 18 anni di reclusione il processo a Filippo Giribaldi, il portuale di 42 anni, portavoce dei No Vax durante le proteste contro i vaccini e mascherine, che il 25 aprile scorso uccise con un colpo di pistola l’ex espondente di Casa Pound Manuel Di Palo dopo una lite per futili motivi.
La sentenza arriva dopo un processo senza colpi di scena visto che l’imputato è reo confesso e la vicenda abbastanza chiara.
Quella terribile sera Giribaldi si era presentato sotto l’abitazione di una donna che frequentava e che nel contempo si incontrava anche con la vittima e un suo amico.
Una storia offuscata dal consumo di droga e dalla gelosia tra i due uomini.
Una prima lite tra Giribaldi e l’amico della vittima si conclude sotto casa della donna, nella zona del Carmine, con un colpo di pistola sparato contro un muro.
E’ a quel punto che Di Palo decide di affrontare il rivale, lo assale, lo insegue e Giribaldi estrae nuovamente la pistola e spara un unico colpo che uccide il rivale sul colpo.
Il portuale No Vax si rifugia poi nella basilica dell’Annunziata, consegnandosi senza resistenza alla polizia che lo arresta.
Giribaldi, prima di ascoltare la sentenza ha chiesto scusa e ha dichiarato di aver fatto uso massiccio di crack nel periodo dell’omicidio (sino a 300 euro la settimana) e di essere schiavo della droga.
Una precisazione che non gli è servita ad evitare il carcere dove sconterà i 18 anni della condanna.