Genova – Oltre duecento metri di muro d’argine del Bisagno imbrattati in una notte e nessuno ha visto o sentito nulla. Prosegue, apparentemente nel disinteresse di chi dovrebbe essere preposto a garantire sicurezza e decoro, la certosina opera di vandalismo e imbrattamento di teppisti camuffati da tifosi che da mesi stanno “colorando” arredi urbani, muraglioni, scalinate e panchine con i colori delle squadre locali.
L’ultima bravata nel quartiere di Marassi dove “i soliti ignoti” hanno trovato il tempo, i soldi e la vernice necessaria per imbrattare un lungo tratto dell’argine del torrente Bisagno.
Un lavoro “di fino”, fatto con attenzione e certamente non di fretta, impiegando certamente diverse ore nel corso delle quali nessuno li ha sorpresi e – probabilmente temendo ripercussioni – nessuno ha visto o sentito nulla.
La scena ha scatenato le solite discussioni tra chi crede che dipingere proprietà altrui sia un modo per “mostrare attaccamento alla squadra del cuore e chi invece vorrebbe vedere gli autori con il pennello in mano ma per ripitturare tutto con vernici accettate da tutti e nel rispetto di leggi e regolamenti. Di certo in moltissimi si domandano come sia possibile che chi è preposto a mantenere sicurezza e ordine in città non riesca a risalire a personaggi in grado di trascorrere ore ed ore ogni notte a imbrattare ogni cosa, trovando i soldi e la vernice per farlo.
Stupisce anche il silenzio che avvolge le “bravate”. Sono pochi gli amministratori che hanno avuto il coraggio di criticare questa assurda “moda” e a chiedere la loro punizione. Tra loro il vice sindaco Pietro Piciocchi quando i soliti teppistelli perditempo hanno imbrattato addirittura la Torre di Nervi e il presidente del Municipio Andrea Carratù quando i poverelli senza cervello hanno colpito in via Fieschi, in pieno centro.
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