ladroLa Spezia – Sceglievano le abitazioni da derubare sulla base delle auto posteggiate nella zona e lasciavano i cellulari a casa durante i colpi per costruirsi un “alibi” i componenti della banda di ladri scoperta e smantellata dai carabinieri al termine di approfondite indagini su una serie di furti in serie compiuti tra i 7 e il 19 dicembre scorsi.
Quattro i malviventi arrestati e undici in totale gli indagati. In manette due uomini di 43 e 27 anni residenti a Sarzana, nello spezzino e due fratelli di 28 e 30 anni residenti a Viareggio, in Toscana. Tutti hanno precedenti e sono “conosciuti” alle forze dell’ordine.
Ad incastrarli una serie di accertamenti sulle riprese video delle telecamere nella zone dove sono stati eseguiti i furti e che hanno permesso di risalire all’identità di uno dei componenti della banda. Le successive intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso di ricostruire tutta la banda che prima esaminava le zone dove colpire, preferendo quelle dove erano posteggiate auto di valore, e poi colpiva con tecniche diverse e puntando ai “zorli” le cassaforti nel linguaggio sinti. E proprio in uno dei furti è risultata centrale la presenza di una cassaforte. I malviventi si sono presentati all’abitazione di un’anziana e dopo essersi spacciati per tecnici del gas hanno chiesto di poter vedere l’interno della cassaforte per escludere la presenza di gas nocivi.
Quando la pensionata è caduta nel tranello mostrando la cassaforte aperta, i ladri l’hanno aggredita rubando gioielli e denaro per circa 30mila euro.
Nella fuga hanno però usato un furgone intestato ad un uomo residente in un capo nomadi della zona di Roma che avrebbe prestato più volte il mezzo per i colpi facendolo trovare con le targhe false.
Un altro “trucco” ha costituito la firma della banda in molti furti: i componenti lasciavano a casa il telefono cellulare con la sim personale per potersi costruire un alibi potendo dimostrare che il telefono si trovava nell’abitazione nei giorni e negli orari dei colpi.
I carabinieri hanno accertato che i malviventi usavano invece delle radio-ricetrasmittenti criptate per dialogare senza poter essere intercettati.