Genova – Il Comune dovrà pagare una multa per il mancato raggiungimento dei livelli minimi della raccolta differenziata ma blocca gli aumenti della Tari e stabilisce un contributo economico per i meno abbienti.
Costerà caro il mancato raggiungimento del livello minimo di raccolta differenziata al Comune del capoluogo ligure e, seppure indirettamente, a tutti i genovesi.
Il mancato obiettivo comporterà infatti il pagamento di 251.948,98 euro (rispetto ai 303.710,81 euro del 2022) nei confronti della Regione Liguria e il mancato aggiornamento delle tariffe Tari 2024 porterà ad un ulteriore dispendio di energie per coprire i mancati incassi.
La Giunta comunale ha infatti deliberato in data odierna le tariffe della Tari per l’anno 2024 e nonostante l’incidenza dell’inflazione sui piani finanziari dei servizi dei gestori dei rifiuti, sono stati “neutralizzati” incrementi di tariffa rispetto all’anno precedente tanto per l’utenza domestica, quanto per l’utenza non domestica. Rispetto a quest’ultima si registra una lieve flessione del prelievo, peraltro in continuità con il trend di diminuzione già avviato nel precedente anno d’imposta.
Il risultato viene conseguito grazie, prevalentemente, ad un significativo incremento del numero degli utenti del servizio e dell’estensione delle superfici rilevato tra l’anno 2023 e l’anno 2024: in particolare, con riferimento all’utenza domestica, il numero dei nuclei iscritti è passato da 277.169 dell’anno 2023 a 287.976 di quest’anno; quanto all’utenza non domestica, tra il 2023 e il 2024 le unità iscritte sono passate da 95.846 a 96.940, con un incremento di superficie da 7.847.121 mq a 8.028.318 mq.
La Giunta comunale ha approvato anche lo schema di protocollo di intesa con le organizzazioni sindacali per il riconoscimento di un contributo in favore dei nuclei familiari e nuclei di pensionati con reddito ISEE fino a 20 mila euro, titolare di unità immobiliare con superficie fino a 100 mq, prevedendo a tale scopo una dotazione economica pari a 1 milione e 200 mila euro.
Sulla tariffa grava però, per oltre il 20%, la quota annuale del piano di rientro del debito del periodo 2014/2017, ammontante ad oltre 185 milioni di euro, che – come disposto dalla Corte dei Conti con deliberazione dell’anno 2020 – deve essere ripianato mediante la TARI.
Il Comune di Genova, quindi, nonostante il diffuso incremento in tutta Italia dei piani finanziari dei gestori del servizio a seguito del recupero dell’inflazione, secondo quanto disposto con recenti determinazioni ARERA, si conferma l’unica tra le grandi Città del nostro Paese ad avere evitato incrementi di tariffa.
“Non posso che felicitarmi per questo enorme e non scontato risultato – commenta il vice sindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi – frutto di un lavoro paziente e rigoroso dei nostri uffici ma, al tempo stesso, indubbiamente espressione di un trend positivo che la nostra Città sta vivendo e che ha portato ad un aumento molto significativo della base imponibile complessiva del tributo. La nostra Amministrazione, in una contingenza storica certamente non facile per la finanza locale, è riuscita a mantenere fede all’impegno assunto di sterilizzare gli aumenti tariffari e continuerà ad operare in questa direzione. Desidero ringraziare infine le organizzazioni sindacali per la sottoscrizione del protocollo che prevede l’erogazione di un contributo economico in favore dei nuclei con maggiori difficoltà. Lo scorso anno, grazie a tale strumento, abbiamo accolto oltre 1.300 domande e auspichiamo, anche grazie ai miglioramenti apportati, di raggiungere ancora più utenti”.