inquinamento nube nera traghetti GenovaGenova – Una lunga nube nera che dal mare aperto arriva sino al porto. Testimoni del curioso ed inquietante “fenomeno”, tutte le persone che ieri sera, intorno alle 20,30, affollavano il lungomare di corso Italia, da Boccadasse sino alla Foce.
A causarlo il passaggio quasi contemporaneo di due traghetti di linea che collegano il capoluogo ligure e la Sardegna. Uno in arrivo ed uno in partenza dal terminal traghetti genovese.
La scia nera fuoriusciva dagli scarichi dei due traghetti, della stessa compagnia armatrice, ed è rimasta visibile per un tempo lunghissimo, complice l’aria stagnante e praticamente ferma, presente in serata.
Lo strano fenomeno, quando i due traghetti si sono allontanati e sono usciti dal campo visivo, è rimasta ferma nell’aria per un tempo interminabile determinando, temono gli ambientalisti, un inquinamento di livelli allarmanti.
A spiegare il fenomeno sono coloro che hanno a che fare con i motori diesel marini di grosse ed enormi dimensioni, come quelli che “spingono” i traghetti.
Si tratta del tipo di alimentazione dei motori che dovrebbe essere diversa se si sta viaggiando in alto mare o, sottocosta, con necessità diverse di tempi di reazione delle macchine.
Quando navigano sotto costa o comunque quando c’è necessità di avere garanzia di tempi di reazione veloci da parte del motore (manovre improvvise, emergenze, passaggi delicati) le navi usano carburanti molto “puri” e che non necessitano di pre-riscaldamento per essere mantenuti liquidi. Si tratta di carburanti, come i diesel comunemente usati per le auto, molto raffinati e dallo scarso o quasi nullo contenuto di zolfo. Carburanti molto costosi, però, che portano i costi di esercizio alle stelle.
Appena allontanati dal porto, invece, i grandi mezzi iniziano ad utilizzare miscele di carburante “pesante” quasi solido (il ben noto catrame) che ha tassi di raffinazione pressochè nulli e che ha alti e altissimi contenuti di zolfo e altre sostanze molto inquinanti.
Si tratta di materiali talmente densi da rischiare il blocco degli iniettori dei motori se non adeguatamente pre-riscaldati.
Carburanti a basso costo che riducono in maniera drastica i costi di esercizio, massimizzando i ricavi delle compagnie.
L’operazione di passaggio da un tipo di carburante all’altro, però, deve essere fatto con particolari procedure che, ancora una volta, hanno costi e tempistiche che incidono sui fatturati delle compagnie.
Per “errore umano” ma anche per politiche aziendali di massimo profitto, queste operazioni vengono limitate al massimo o eseguite in ritardo o per tempi insufficienti e l’effetto che ne deriva può essere quella “fumata nera” che accompagna alcune grandi imbarcazioni che entrano ed escono dal porto di Genova.
“Basterebbe controllare le navi che entrano ed escono dal porto e sanzionare duramente chi “sbaglia” – spiegano gli ambientalisti – ci sono ovviamente organi preposti in grado di identificare una per una tutte le imbarcazioni che transitano nello scalo genovese. Basterebbe sovrapporre le riprese delle telecamere alle registrazioni ufficiali e delegare del personale apposito per le verifiche e le sanzioni. Ci domandiamo perché non accade”.
A protestare non sono solo gli ambientalisti visto che il sindaco e alcuni assessori hanno ricevuto recentemente i rappresentanti dei Comitati cittadini che lottano contro le emissioni delle navi in porto.
Fumi che soffocano la città e disturbano in modo molto impattante la vita di chi abita nelle zone retro portuali.
“Vengono giustamente limitate le auto e le moto con emissioni elevate – protestano i Cittadini – e poi si consente a navi enormi di scaricare in aria quantità di inquinanti che l’intero parco macchine “antiche” della città produrrebbe in mesi di libera circolazione. E’ una cosa inaccettabile”.

(nella foto il dettaglio della foto che mostra che la scia nera non è sul mare come sembra)

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