Genova – Accesso principale chiuso, passerella di accesso al mare che termina prima del bagnasciuga e tra i sassi, nessuna attrezzatura per scendere in acqua e bagnini in forte imbarazzo.
In corso Italia, ai Bagni Capo Marina, c’è la “spiaggia per disabili” che non accoglie i disabili. A confermarlo le proteste crescenti di chi, lette le notizie diffuse dal Comune, ha pensato di trovare un impianto funzionante e specificamente realizzato per essere “inclusivo”.
A quasi due mesi dall’avvio della stagione balneare, iniziata ufficialmente il 15 maggio, e nonostante le promesse e gli annunci, i disabili che volessero frequentare la spiaggia libera dei Capo Marina, resterebbero delusi perché di “inclusivo”, al momento, c’è solo il nome.
Partendo dall’accesso, la spiaggia non può ancora essere raggiunta da corso Italia, dove arrivano i bus con pedana per le carrozzine, e chi volesse scendere alla spiaggia dovrebbe percorrere una strada che di “inclusivo” non ha nulla e che, tra barriere architettoniche e scale, rappresenta un ostacolo insormontabile per chi non può farsi accompagnare da un plotone di sollevatori di pesi.
Più facile l’accesso da via al Forte di San Giuliano, con posteggi riservati ed ingresso piano strada ma poi, se si desidera scendere in mare per rinfrescarsi, si resta delusi perchè la passerella che conduce al bagnasciuga si interrompe sui sassi non proprio “comodi” per prendere in braccio una persona e portala in mare e i bagnini, “giustamente” preferiscono non prendersi la responsabilità di una eventuale caduta.
Nessuna traccia dei mezzi “semoventi e cingolati” promessi dal Comune. Che, secondo “le voci” dei pochi presenti, sarebbero in arrivo, ci si augura prima della fine della stagione balneare.
Anche l’idea di farsi una doccia rischia di essere una delusione perché l’unico impianto funzionante è quello “a pagamento”. Le altre docce sono senza acqua da giorni e le riparazioni languono.
L’unica alternativa, al momento, resta un tuffo in piscina (a pagamento). Con la modica spesa di 5 euro ci si può immergere nella vasca – sempre portati a braccia – per poi asciugarsi sulla spiaggia libera, oppure si può affittare (a pagamento) un lettino con ombrellone.
Una situazione che ha fatto scattare molte proteste e che sarebbe al vaglio della Consulta per le persone con disabilità che verificherà le segnalazioni e, se confermate, interverrà con durezza, quella consentita dalle “armi spuntate” di chi può solo lamentarsi e non dispone delle fanfare della promozione sui Media pagate con i soldi pubblici.