Borzonasca (Genova) – Verrà aperta un’inchiesta sulla tragica morte di Gabriele Zolezzi il giovane di 38 anni morto nelle acque del lago delle Giacopiane dove non avrebbe dovuto fare il bagno. Il magistrato che segue il caso ha ordinato l’autopsia sul corpo del giovane per stabilire con precisione le cause del decesso anche se, per i sommozzatori dei vigili del fuoco, ci sono pochi dubbi sulla dinamica della tragedia: l’uomo sarebbe rimasto incastrato sotto il livello dell’acqua sprofondando nel fango e restando imprigionato in una morsa che gli è stata fatale.
Durante le fasi del recupero è stato molto difficile estrarre le gambe dal fango ed è quindi probabile che quella sia la causa del decesso.
Restano dei dubbi ed è giusto chiarirli ma è soprattutto il “dopo” a suscitare molto clamore perché in molti, operatori della zona come frequentatori, insistono a dire che nel lago è vietato tuffarsi ma il numero delle persone che lo fa è molto nutrito e si rischia di dover fare recintare grosse porzioni della riva per evitare che altre persone, ignorando cartelli e divieti, finiscano con il perdere la vita nel lago. Una circostanza che imbarazza amministratori de gestori perchè le responsabilità sono sia di chi viola i divieti ma anche di chi deve farli rispettare, con controlli o con barriere fisiche.
E così il futuro della “agibilità” del lago torna in discussione, soprattutto in previsione del resto dell’estate.
Verranno aumentati i cartelli e segnalati ancor meglio i pericoli e probabilmente aumenteranno controlli (e sanzioni) per chi si tuffa nel lago ma non è escluso qualche intervento più incisivo.
Quello di Giacopiane non è l’unico lago “killer” della Liguria. Quasi ogni anno analoghe tragedie si verificano anche nel lago di Savio, a Vobbietta, nel comune di Isola del Cantone dove intere famiglie alla ricerca di refrigerio, ignorano i divieti e i controlli e si tuffano nelle acque solo apparentemente tranquille e dove anche lo scorso anno ha perso la vita un ragazzo.