Genova – Secondo giorno di scuola in Liguria e secondo giorno di disagi intollerabili per le famiglie con bambini con disabilità.
Nelle scuole mancano gli insegnanti di sostegno. In molti casi gli insegnanti che lo scorso anno c’erano e seguivano alcuni studenti non sono stati confermati e per centinaia di famiglie e studenti, in tutta la Liguria, resta l’ingiustizia di uno Stato che non riesce nemmeno a pianificare sulla base di dati ben conosciuti e segnalati.
A denunciarlo le associazioni che combattono per i diritti dei disabili ed in particolare per tutelare il diritto allo Studio.
“I bambini con disabilità non nascono come i funghi, improvvisamente – denunciano le associazioni – ma sono registrati con le iscrizioni nelle scuole e negli asili l’anno precedente. Come sia possibile, con mesi e mesi di tempo per pianificare, arrivare a settembre senza gli insegnanti, gli Ose e gli Osa è materia da inchiesta della magistratura e noi ci auguriamo che, prima o dopo, qualcuno voglia occuparsene”.
A Genova è senza sosta l’impegno di Marco Macrì, vigile del fuoco e padre di un bimbo con disabilità, sull’argomento.
In un post affidato ai social, Macrì descrive il primo giorno di scuola e dei problemi che ha incontrato e che, come lui, hanno umiliato centinaia di famiglie.
“Un papà e una mamma dovrebbero essere emozionati di portare il proprio figlio o figlia a scuola il primo giorno – scrive Macrì – ma non per tutti i genitori é cosi chi ha bambini o bambine disabili oggi (ieri per chi legge, ndr) entrava con un ansia enorme , quella di non trovare le figure a sostegno del proprio congiunto . Brutto vero?”.
“Già mesi avevo avvertito le istituzioni locali e nazionali. Son sceso in piazza a Roma davanti al ministero con gli insegnanti ma niente questo dramma stamane si è concretizzato . Le figure dipendenti dal Comune (Ose e Osa) sono totalmente insufficienti. Hanno lasciato scoperti bambini e bambine con gravi disabilità già certificate e che lo scorso anno erano presenti a fianco di questi studenti fragili. Come si può lasciare senza operatore un ragazzo tetraplegico o una ragazza encefalopatica costretti in carrozzina e che senza un aiuto non possono andare in bagno? Devono urinarsi addosso o peggio? Vale così poco la dignità e lo stato di diritto di questi studenti e studentesse?”.
“La politica locale e nazionale – prosegue Macrì – sta smantellando in modo evidente un modello di scuola inclusiva contenendo i costi e facendo arrivare personale in ritardo per mero risparmio sulla pelle di studenti e studentesse fragili e delle loro famiglie.
Vergognatevi tutti a qualsiasi livello perché ognuno di voi è responsabile per le proprie competenze della discriminazione odierna subita creando studenti di serie A (normodotati) e di serie B( disabili) facendo dell’ accesso al diritto all’istruzione una mera questione di danaro”.