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Genova, posteggi per le ragazze al Nautico San Giorgio e scatta la protesta

Istituto nautico San Giorgjo GenovaGenova – L’accusa, di solito, è rivolta “al contrario” ma questa volta, a protestare, sono studenti maschi contrari alla decisione del preside Paolo Fasce di riservare una quota di parcheggi dell’istituto, agli studenti, ma solo per le ragazze.
Un “caso” destinato a fare scuola quello scoppiato a Genova, all’istituto Nautico San Giorgio che ha sede alla Darsena, a breve distanza dal Porto Antico e dai luoghi frequentatissimi dai turisti. Il preside della scuola ha recentemente ricevuto una protesta ufficiale per “discriminazione”, solo che a firmarla sono solo studenti maschi.
La scuola ha deciso di destinare una parte dei posti auto a disposizione agli studenti ma privilegiando in qualche modo le studentesse che, secondo il ragionamento fatto, sarebbero “più esposte” dei maschi ad aggressioni e comportamenti poco consoni e, pertanto, più “bisognose” di protezione e di non dover percorrere tanta strada a piedi dopo aver cercato un posteggio.
La decisione all’inizio ha ottenuto solo commenti favorevoli ma poi, con il passare del tempo “qualcosa” è scattato e tra gli studenti è iniziato a serpeggiare un malcontento che è culminato con la decisione di protestare e di accusare scuola e preside di discriminazione “al contrario”.
Le vittime sarebbero gli studenti maschi, costretti a faticare per trovare posteggio, mentre le colleghe donne godrebbero di favoritismi impropri e forse inutili visto che la scuola non si trova in una zona soggetta ad aggressioni o alla presenza di personaggi equivoci.
Curiosamente, poi, dopo una iniziale reazione offesa, anche alcune studentesse hanno iniziato a sostenere la causa dei colleghi maschi sostenendo di non aver bisogno di quella che sembra una “agevolazione” ma potrebbe nascondere anche una malintesa “necessaria protezione” rispetto ad un mondo che, fuori, non fa sconti a nessuno.
E così la protesta si è allargata anche alle studentesse – in realtà una minima parte – e ora si attende un gesto “più formale” di contestazione.
Il preside dell’istituto si dice stupito e rivendica la scelta ricordando che le aggressioni sono per la stragrande maggioranza rivolte al gentil sesso ma forse potrebbe rivedere la sua posizione se davvero crescesse anche il fronte della protesta “in rosa”, quella delle ragazze che ringraziano per la cortesia ma desiderano la parità vera e non quella delle “riserve indiane” rappresentate da quote rosa o provvedimenti di facciata.
Del resto proprio l’istituto nautico, un tempo un feudo maschile inespugnabile, sta dimostrando da tempo che non occorre essere rudi marinai pieni di muscoli e di tatuaggi per condurre navi e sorvegliare sofisticati motori o dirigere equipaggi e organizzare con efficacia e precisione tutto ciò che riguarda la “vita a bordo”.

Redazione Liguria
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