Nada Cella omicidio ChiavariChiavari – Il processo per l’omicidio di Nada Cella si farà ed in aula siederanno tutti gli attuali indagati. E’ un sospiro di sollievo per familiari, amici e quanti hanno atteso dal 6 maggio del 1996 una risposta alla domanda che tutti si fanno: chi ha ucciso Nada Cella e perchè?
A dare una speranza di poter vedere la parola fine sul cold case di Chiavari è stata la decisione della Corte di Appello di Genova che ha accolto la richiesta di andare a processo rinviando a giudizio l’attuale indagata – già entrata ed uscita dalle prime indagini – il commercialista Marco Soracco e la madre, accusati di aver nascosto informazioni agli inquirenti e di falsa testimonianza.
Le speranze in questo finale erano esili perché una prima richiesta di rinvio a giudizio era stata respinta segnalando in qualche modo la possibile “debolezza” delle prove a carico. Ma la scelta della Corte di Appello consentirà di entrare in un’aula ed affrontare tutte le fasi del processo che potrebbe fare luce sul caso o chiudere una volta per tutte i sospetti che pendono ormai da anni su alcune persone.
Esultano i familiari, che ormai temevano che il caso finisse nel dimenticatoio ed esultano i tecnici che hanno consentito questa riapertura, trovando indizi e prove che non furono esaminate nella prima inchiesta.
A partire da quei bottoni, simili a quello trovato sul luogo del delitto, che furono trovati in casa dell’attuale indagata ma che non entrarono mai tra le prove esaminate.
Una serie di errori inspiegabili che hanno portato ad una rapida chiusura delle indagini e potrebbero aver leso per sempre il diritto alla Giustizia di chi dal 6 maggio 1996 chiede di conoscere il nome del colpevole e il motivo di tanta violenza.
Nada Cella venne uccisa in quel tragico giorno nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, in via Marsala. Una vita spezzata con almeno 15 colpi inferti con un corpo contundente mai ritrovato e con una violenza disperata.
Scambiata incredibilmente per un malore, la scena del delitto venne ripulita dalla madre di Soracco e probabilmente vennero perse tracce e prove importanti.
A seguire ci furono errori, misteriosi interventi di prelati e persone vicine alla chiesa locale e la principale indagata si trasferì in Piemonte trovando casa pur trovandosi in condizioni economiche non proprio floride.
Vennero nascoste telefonate di testimoni che dicevano di aver visto particolari importanti per le indagini e il caso dell’omicidio di Chiavari, dopo aver occupato per settimane le prime pagine dei Media del tempo, pian piano venne “dimenticato”.
Ora la svolta che potrebbe chiarire davvero cosa è realmente successo.