Genova – Insegnanti di sostegno nelle scuole italiane con dubbie “abilitazioni” conseguite all’estero e che non garantirebbero una adeguata preparazione. Ad occuparsi del “caso”, apparentemente scomparso dai radar dei Media, un servizio in onda questa sera su, Rai 3, all’interno del programma “Lo Stato delle Cose” condotto da Massimo Giletti.
Un servizio curato da Rebecca Pecori dedicato ai corsi di abilitazione per insegnanti di sostegno nelle scuole italiane, con particolare attenzione ai percorsi svolti tramite università online esteri.
A dare il via alle indagini che hanno portato al blocco dei corsi, il papà genovese Marco Macrì che da tempo è in prima linea per tutelare le famiglie con figli disabili ma anche gli stessi insegnanti di sostegno che seguono il percorso di inserimento e selezione previsto dallo Stato Italiano e che si teme possano essere lesi nei loro diritti dall’infornata di personale che ha scelto il percorso all’estero, più o meno inconsapevole del fatto che si tratta di un percorso improprio e forse illegale.
“Nel mese di settembre – spiega Marco Macrì di Genova Inclusiva – attraverso un articolo di Marco Grasso pubblicato su Il Fatto Quotidiano, avevo sollevato l’allarme riguardo ai corsi svolti presso università estere, giudicati discutibili per le modalità con cui attirano aspiranti insegnanti, tramite pubblicità ingannevoli che promettono un titolo garantito senza esami di sbarramento, ma unicamente a fronte di un pagamento. La mia denuncia ha portato all’avvio di indagini da parte delle procure, con arresti e misure cautelari a carico di alcuni individui. Tuttavia, nonostante le irregolarità riscontrate nei titoli, vi sono ancora insegnanti in servizio accanto ai nostri figli”.
Il servizio in onda questa sera su Rai 3 evidenzierà questo problema cruciale: un’anomalia giuridico-burocratica che richiede che sia l’insegnante stesso ad autodenunciarsi, anziché prevedere, come previsto dalla Legge – un intervento diretto del Ministero dell’Istruzione che revochi il contratto di coloro che hanno ottenuto l’abilitazione con percorsi non regolamentari e non conformi alle norme italiane, privi di esami selettivi e di un adeguato tirocinio che i vari Tar hanno rimandato alla giustizia europea.( https://www.giustizia-amministrativa.it/-/158197-160 )
“Nel servizio – prosegue Macrì – saranno messi in luce i timori delle famiglie, che chiedono maggiore trasparenza e sicurezza, temendo che figure non sufficientemente preparate possano affiancare studenti vulnerabili, da tutelare con personale qualificato e selezionato tramite procedure rigorose che ad oggi sembrano non garantite. Verrà inoltre evidenziato come la scelta del ministero di chiedere alle famiglie di confermare l’insegnante di sostegno sia una forma di clientelismo che richiama molto la chiamata diretta (legge 107)”.