Genova – Infuria la polemica sulle cifre del “salario minimo” e sul ruolo che il Comune potrebbe avere per cambiare le cose e migliorare le condizioni di lavoro di centinaia di persone.
Dopo le dichiarazioni della candidata sindaco del centro sinistra, Silvia Salis, il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi aveva “ribattuto” sostenendo che il salario minimo delle aziende e servizi che operano per e nel Comune pagano ben più dei 9 euro/ora evidenziati da Salis aggiungendo che “non si può mancare di rispetto in questo modo alle tante aziende serie del nostro territorio, in buona parte appartenenti al mondo delle cooperative sociali, che occupano con piena dignità lavoratori per i servizi comunali. Non si può mancare di rispetto in questo modo ai tanti dipendenti comunali che ogni giorno si adoperano per la verifica delle tutele dei lavoratori negli appalti pubblici.
Adombrare solo per un attimo che il Comune sfrutti i lavoratori degli appalti con salari indegni è un’illazione veramente grave e offensiva che non posso accettare”.
A stretto giro di posta sono arrivate le risposte e le “precisazioni” di partiti e organizzazioni come Cgil che risponde:
“Oggi il Sindaco di Genova facente funzioni Pietro Piciocchi ha pubblicato sui social una tabella relativa ai salari dei dipendenti delle aziende che operano in appalto per il Comune: edili, cuochi, personale dedicato ai servizi ecc. Le cifre riportate non trovano riscontro nella realtà: secondo Piciocchi un edile in appalto al Comune percepisce uno stipendio di oltre 4 mila euro al mese, magari fosse così. La realtà è ben diversa, basti pensare che una lavoratrice degli appalti delle pulizie percepisce oggi 7,50 euro lordi di paga oraria e quindi ben lontano da quanto indicato da Piciocchi”.
Secondo la Cgil inoltre “affrontare con serietà la questione retributiva non contempla semplificazioni che producono il solo risultato di esacerbare gli animi di chi ogni giorno contribuisce al buon funzionamento della macchina pubblica, nonostante le risorse per servizi e lavoro siano sempre più esigue.
Sarebbe un bell’esempio garantire un salario minimo adeguato che, nel rispetto dei contratti nazionali di lavoro, contrasti gli effetti dell’inflazione che negli ultimi anni ha inciso sulle retribuzioni di lavoratrici e lavoratori”.
Sulla questione è intervenuto anche Simone D’Angelo, segretario provinciale del Partito Democratico.
“Piciocchi mente sulla pelle dei lavoratori – attacca D’Angelo – altro che salari sopra i 9 euro. La realtà negli appalti comunali è ben diversa”.
Il Partito Democratico stigmatizza le dichiarazioni del sindaco facente funzioni.
“Secondo il facente funzioni Piciocchi, chi lavora negli appalti comunali per la ristorazione, la pulizia o i servizi sociali guadagnerebbe fino a 35 euro l’ora. Ma chi conosce davvero questi settori sa che non è così. I dati reali negli appalti del Comune che applicano il contratto della cooperazione sociale (come emerge dai dati della Cgil) parlano di 10,93 euro lordi per un coordinatore, 9,18 per un cuoco, 8,08 per un operatore delle pulizie. Molti di loro hanno contratti part-time, stipendi bassi, tutele limitate”.
“Piciocchi non solo mente sui salari – aggiunge Simone D’Angelo – ma continua a ripetere che il Comune non ha possibilità legale di intervenire: una scusa comoda per non assumersi responsabilità. È l’ennesima falsità di una destra che fa campagna elettorale sulla pelle dei cittadini e manca di rispetto ai lavoratori. Gli unici a non conoscere – o a ignorare – le condizioni salariali dei propri dipendenti sono proprio il Comune di Genova e il suo sindaco facente funzione, che accusa gli altri ma dovrebbe puntare il dito contro sé stesso.
Questa non è solo una distorsione della realtà. È un modo di pensare la città che racconta molto. È la distanza tra chi governa con i numeri scritti in un ufficio e chi invece quei servizi li fa funzionare ogni giorno”.
Per questo il PD ha chiesto a Silvia Salis di introdurre una Carta del Lavoro Comunale, con salario minimo a 9 euro l’ora per tutti gli appalti, parità di genere e diritti certi per tutte e tutti.
In rinforzo del sindaco Piciocchi è intervenuta invece Marta Brusoni assessore comunale al Personale e Servizi civici
“Fra le tante sciocchezze o per dirla alla genovese ‘belinate’ affermate dalla candidata del Pd, le ultime sono quelle relative alle presunte ‘esternalizzazioni’ e all’introduzione del ‘salario minimo di 9 euro l’ora’ per i lavoratori dei servizi in appalto del Comune, da lei proposto. Per quanto riguarda il primo punto, lei c’era al recente incontro Comune-Sindacati? Io non l’ho proprio vista. Il centrodestra ha attuato un piano di riorganizzazione volto all’efficienza e a non aumentare i carichi di lavoro. Inoltre, ci siamo impegnati a rallentare i vincoli e abbiamo attuato le progressioni verticali proprio per valorizzare i dipendenti interni. Non abbiamo parlato di ‘esternalizzazioni’, ma in talune situazioni abbiamo dato appalti per garantire migliore cultura e più ampi servizi ai genovesi, come da loro richiesto. Per esempio, abbiamo aperto le biblioteche la domenica, in primis la Berio in Centro città, perché soprattutto i giovani ce lo hanno chiesto. In ogni caso, nei vari processi di sviluppo e di migliore organizzazione abbiamo coinvolto i sindacati, senza fare alcuna imposizione, trovando giuste soluzioni. E quindi coinvolgeremo sempre di più i rappresentanti dei lavoratori. Per quanto riguarda il secondo punto, come ha ben spiegato il nostro candidato sindaco Pietro Piciocchi, la retribuzione oraria è già più alta dei ‘9 euro’, che vorrebbe dare la candidata del Pd introducendo il ‘lavoro povero’, perché è vincolata a quella stabilita dalla contrattazione collettiva: attualmente si oscilla, in base ai livelli, da un minimo di 14,04 euro a 35,21 euro. Pure in questo caso, la candidata del Pd ha dimostrato di non conoscere la materia e di non essere in grado nemmeno di documentarsi prima di fare talune pubbliche affermazioni dicendo sciocchezze. Figuriamoci di amministrare una grande Città come Genova”.
Una stoccata al sindaco Piciocchi arriva anche dalla Regione dove il consigliere regionale Gianni Pastorino, della Lista Orlando precisa: “Piciocchi sbaglia clamorosamente i conti: ennesima caduta di stile della sua propaganda. Forse, più che di un vicesindaco, hanno bisogno di un assessore al bilancio”.
Secondo l’accusa di Pastorino, il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi si spingerebbe “oltre ogni limite, diffondendo dati irreali sui salari degli appalti comunali. Un’operazione che non solo mistifica la realtà ma offende lavoratrici e lavoratori che ogni giorno garantiscono servizi essenziali alla città con stipendi ben lontani da quelli propagandati dal vicesindaco facente funzione”.
“Secondo Piciocchi – prosegue Pastorino – chi lavora negli appalti della ristorazione scolastica, nei servizi di pulizia e nei servizi sociali guadagnerebbe dai 17 ai 35 euro l’ora. Un dato che non sta né in cielo né in terra. Prendiamo solo uno dei tanti esempi fatti dal vicesindaco: i 28,78 euro orari indicati per i servizi di ristorazione. Moltiplicandoli per una giornata lavorativa di 8 ore si arriverebbe a oltre 200 euro al giorno, ovvero più di 4.500 euro al mese. Lo stesso ragionamento vale per altre categorie: secondo i numeri di Piciocchi un operatore delle pulizie dovrebbe arrivare a 4.000 euro al mese, un addetto al facchinaggio a cifre simili. Sfido il vicesindaco a trovare un lavoratore o una lavoratrice di questi settori che percepisca uno stipendio del genere”.
Lo scontro evidentemente si basa su dati diversi ma la Cgil, intervenendo nella vicenda ha evidenziato che il contratto della cooperazione sociale prevede salari lordi orari che vanno dai 10,93 euro per un coordinatore, ai 9,18 euro per un cuoco, fino agli 8,08 euro per un operatore delle pulizie. Numeri ben lontani da quelli evidenziati dal sindaco Piciocchi che ora potrebbe rispondere pubblicando dati e tabelle sulle quali ha “fatto i conti” prima di dare vita ad una polemica che certamente avrà un seguito.