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Genova, ex Casa Raphael, domani lo sfratto per famiglie e una suora disabile

Casa Raphael Genova AlbaroGenova – Corsa contro il tempo per trovare una sistemazione alle 58 persone ospiti dell’ormai ex Casa Raphael, il monastero – casa famiglia gestito dalle suore in via Byron, nell’elegante quartiere di Albaro.
Domani, 6 novembre, salvo sorprese dell’ultimo minuto, scatterà lo sfratto esecutivo per le famiglie, le persone in gravi difficoltà e la suora disabile che ancora vivono nella struttura e che, al momento, non hanno una sistemazione alternativa.
Una battaglia persa in Tribunale, dove la nuova proprietà degli immobili e del grande giardino, ha fatto valere il suo diritto ad entrare in possesso del bene acquistato, ed una battaglia persa per quanti ancora credevano che non fosse possibile mettere letteralmente sulla strada famiglie in difficoltà, magari con figli minorenni e persino la suora disabile.
La corsa contro il tempo coinvolge una rete di persone ma anche il Comune di Genova che si è impegnato a gestire l’emergenza ma che, al momento, non avrebbe ancora una risposta alle 58 persone che rischiano, domani, di non avere più un tetto dove ripararsi.
Una storia complicata, quella dell’ex Casa Raphael, divenuta a lungo un punto di riferimento per una strana comunità di persone: famiglie in difficoltà, suore caritatevoli e cittadini che organizzavano eventi, attività e servizi per “gli ultimi” che ha avuto poco spazio sui Media rispetto ad altre. Una comunità che, da domani, sarà costretta a cedere il passo a ben altri pur legittimi interessi.
Perplesse le tante persone che hanno frequentato la comunità e che si sarebbero aspettate l’intervento di chi, spesso più a parole che con i fatti, predica l’amore cristiano.
Perplessi – ad usare un eufemismo – i sindacati degli inquilini che hanno battagliato a lungo e continuano a farlo, per difendere sino all’ultimo le famiglie che per anni hanno vissuto nell’ex Casa Raphael contribuendo con un piccolo affitto alle spese di un complesso che nel tempo ha fatto sempre più gola a chi, legittimamente, pensa al profitto arrivando a chiedere la chiusura dell’acqua e dei servizi essenziali alla comunità e a impedire il rientro nella struttura a chi usciva.
Fortunatamente ha prevalso il buon senso e, in attesa dello sfratto, i servizi sono stati ripristinati, tranne la mensa, ma resta evidente la difficoltà di una grande città a risolvere in breve tempo la crisi abitativa e umana di appen 58 persone.
Domani nell’ex Casa Raphael entreranno gli ufficiali giudiziari e, probabilmente, le forze dell’ordine e, salvo colpi di scena, tutte le persone che si trovano all’interno dovranno andarsene.
La suora disabile troverà certamente una sistemazione in una delle tante strutture per religiosi mentre per le famiglie con bambini, al momento, non è previsto alcun aiuto.
“Siamo al paradosso – denuncia Bruno Manganaro, segretario Sunia Cgil – che dopo mesi di allarmi inascoltati, non è stato preso alcun provvedimento e a niente sono servite le rassicurazioni di Prefettura, Questura e Comune di Genova in tal senso – la situazione è molto delicata perché coinvolge minori con le loro madri e altri soggetti con fragilità: è incredibile che un privato possa agire in questo modo e che dal Comune non si ancora trovata una soluzione per accogliere chi sta per essere messo letteralmente in mezzo alla strada”.