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Genova, truffa del frate clonato con l’intelligenza artificiale, indagini in corso

Frate EzioGenova – Il frate della Farmacia Sant’Anna clonato con l’intelligenza artificiale per truffare ignari cittadini con falsi preparati a base di erbe.
Una brutta vicenda che dovrebbe mettere in allarme sui rischi di un uso scorretto della IA quello denunciato da frate Ezio, volto noto, specie a livello locale della celebre farmacia di Castelletto gestita dai frati e che prepara antiche ricette a base di erbe mediche. Il frate ha scoperto che la sua immagine viene sfruttata senza il suo consenso per pubblicizzare prodotti rivenduti a caro prezzo su alcuni siti online e attraverso i social.
Le prime avvisaglie quando amici e conoscenti hanno segnalato strane apparizioni sui social più diffusi e nelle quali il frate, solitamente molto tranquillo e pacato, sembrava proporre prodotti miracolosi e dagli effetti portentosi. Una modalità mai usata dai frati che, invece, hanno costruito nel tempo un rapporto di fiducia e rispetto con la clientela che, non a caso, gli è affezionata.
Quel frate riprodotto dalla IA, insomma, era poco credibile e tuttavia si è scoperto che i clienti che sono caduti nella trappola potrebbero essere tantissimi e la truffa potrebbe avere portato incassi importanti ai suoi organizzatori.
Il passaggio è semplice, il frate “artificiale” presenta prodotti miracolosi e invita a compilare una scheda con nome e cognome e numero di telefono. Qui intervengono i complici, quelli reali e in carne ed ossa, che richiamano le persone e le convincono a versare anche somme importanti per acquistare antiche ricette miracolose per i problemi più disparati e che, nella realtà non esistono. Quando si accorgevano della truffa i clienti “incolpavano” i frati che invece erano del tutto estranei alla vicenda ed anzi hanno subito un grave danno di immagine per quella che sembra una fiducia “tradita”.
Le segnalazioni hanno dato origine ad una indagine che accerterà chi abbia abusato dell’immagine del frate e truffato tante persone che pensavano di acquistare i prodotti realizzati con la cura dei religiosi.

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