Andora (Savona) – Il Tribunale di Savona si è espresso contro Ato imperiese e Rivieracqua e 12mi,a utenti dei servizi idrici vedono garantito il loro diritto ad un risarcimento. Vittoria per le associazioni dei Consumatori che difendono migliaia di utenti di Rivieracqua e Ato Imperiese. I giudice hanno infatti accolto le tesi sui rincari in bolletta.
Il prossimo 30 dicembre alle ore 20 assemblea pubblica ad Andora cui sono stati invitati sia il presidente dell’ATO che il sindaco e i vertici di rivieracqua.
Onda Ligure Consumo & Ambiente e il Comitato “Acqua Cara in Bolletta” hanno smontato in Tribunale le pretese di Rivieracqua S.P.A., che ha continuato a negare il rimborso degli indebiti corrispettivi prelevati agli utenti per un servizio di depurazione dei reflui a tutt’oggi mai fornito, e per l’erogazione di acqua salata e non potabile nelle estati 2022-2023 nel territorio del Comune di Andora.
Il giudice del Tribunale di Savona ha accolto la tesi degli uteti perché ritenuti inammissibili, l’intervento della Provincia di Imperia, quale Autorità d’Ambito, e l’emanazione del decreto “Scajola” n. 7/2025 che negava agli andoresi il diritto al rimborso degli oneri per mancata depurazione.
Secondo le associazioni e i comitati il giudice civile “ha di fatto azzerato ogni velleità del Commissario ad acta ad intromettersi nei rapporti civilistici tra società fornitrice del servizio e utenti, disapplicandone l’atto amministrativo emanato apposta per tutelare Rivieracqua”.
In tal senso gli avv.ti Giulio Muzio, Alessia Gazzo e Andrea Moretti – difensori degli utenti che per primi avevano proposto l’azione contro Rivieracqua – esprimono la propria soddisfazione per l’odierna sentenza del Tribunale di Savona che, quale giudice di appello, ha confermato la condanna per grave inadempimento contrattuale a carico della società idrica emessa in prima istanza dal Giudice di pace, riaffermando importanti principi a tutela degli utenti.
Il Tribunale, secondo i ricorrenti – ha accertato la responsabilità del gestore su due fronti principali:
1) Fornitura di acqua non potabile: è stato confermato l’inadempimento di Rivieracqua per aver erogato acqua non idonea al consumo umano, in violazione degli obblighi contrattuali e di legge. Il Tribunale ha respinto la tesi della siccità come evento imprevedibile, sottolineando come la società fosse a conoscenza delle criticità della rete idrica almeno dal marzo 2021 e non avesse adottato le misure necessarie per prevenire o mitigare il disservizio;
2) Servizio di depurazione inadeguato: è stato ribadito che l’impianto di Andora è privo del “trattamento secondario” dei reflui, una fase obbligatoria per la normativa nazionale ed europea. Tale mancanza costituisce un inadempimento che rende non dovuta la relativa tariffa poiché il pagamento è il corrispettivo di una prestazione che deve essere completa ed effettiva.
Per questi motivi la sentenza ha consolidato il diritto degli utenti di Andora alla restituzione delle somme versate per il servizio di acquedotto nei periodi di non potabilità e per il servizio di depurazione negli ultimi dieci anni.
“La decisione del Tribunale rappresenta una vittoria significativa per gli oltre 12mila utenti andoresi che ci spinge ad andare avanti, in quanto ha giustamente riaffermato che il pagamento delle bollette è strettamente legato alla corretta erogazione dei servizi che purtroppo i cittadini di Andora non hanno avuto e, per quanto attiene la depurazione, continuano a non avere” – dichiara Furio Truzzi, Presidente di Assoutenti Liguria.
Per decidere come proseguire la lotta per i rimborsi e i risarcimenti in favore dei cittadini andoresi le tre associazioni hanno indetto una nuova assemblea pubblica che si terrà martedì 30 dicembre alle ore 20.00 presso Palazzo Tagliaferro ad Andora.



























