Genova tornò nel Medio Evo durante i giorni del G8 del luglio 2001. Ne sono convinti i vertici del Silp, il sindacato italiano lavoratori di polizia della Cgil che, in una nota stampa, commentano la sentenza della Corte Europea che condanna l’Italia per quanto avvenne alla scuola Diaz, durante l’irruzione che fece moltissimi feriti tra i manifestanti inermi scambiati per pericolosi Black Block.
“La sentenza – scrive Roberto Traverso, segretario generale Silp – conferma, se ce n’era bisogno, che a Genova nei giorni del G8 del 2001, il corto circuito istituzionale fu così grave che di fatto in quei giorni si tornò al Medio Evo!
L’enorme responsabilità che gravò sulla politica, per le evidenti scelte che ricaddero inesorabilmente sulla gestione dell’ordine pubblico, continua a colpire la nostra categoria a prescindere dalla rubricazione del reato perpetrato, perché la stessa politica dimostrò di non avere la forza di spazzare via i vertici di un Dipartimento della Pubblica Sicurezza che non seppe dire di no a quel disegno destabilizzante”.
Per il Silp “il problema fu e resta politico: non si tratta di andare ad individuare il tipo di reato, bensì bisogna aver la forza d’impedire che qualunque trattamento illecito non venga “trattato” come tale”.
“Ogni giorno in Italia e quindi anche a Genova – si legge nella nota del Silp – lavorano per la sicurezza e la democraticità del Paese migliaia di lavoratrici e lavoratori delle Forze dell’ordine e lo fanno convivendo con un senso di abbandono istituzionale. Quei lavoratori non si vogliono sottrarre alle proprie responsabilità ma prima di
essere coinvolti in prima persona, pretendono un repentino cambio di rotta sulla scelta di non voler investire con convinzione politica su percorsi istituzionali trasparenti e tale situazione continua a condizionare il proprio lavoro che a causa di carenze strumentali e formative li espone quotidianamente per garantire la sicurezza dei cittadini”.