Un branco di lupi che cammina in fila indiana sulla neve e una didascalia che spiega che i primi tre sono deboli e malati e vengono messi in testa al branco in modo che tutti si adeguino al loro passo senza sforzarli.
Si tratta dell’ennesima bufala che circola sul Web e che si è diffusa in modo virale con la condivisione su Facebook.
La foto, accostata, ad un messaggio solidale, è un falso, nel senso che, in Natura, un simile comportamento non esiste e, a guidare il branco, sono i membri più forti di una catena gerarchica rigidissima.
Il tentativo di “umanizzare” gli animali selvatici è una stupidaggine scientifica poichè non si può paragonare il comportamento animale con sentimenti e sensazioni tipicamente umane.
Il branco di lupi ha regole basate sulla sopravvivenza e, spesso, gli animali deboli e malati non fanno una bella fine poichè il branco si ciba secondo regole gerarchiche basate sulla forza degli esemplari.
L’animale più in basso nella scala gerarchica o sociale mangiano solo quando gli altri si sono cibati a sazietà ed è quindi facile che soffrano la fame o siano costretti a fondare un altro branco o ad unirsi ad uno nuovo, proprio per evitare di morire di fame.
Una condizione facilmente immaginabile in condizioni dove una preda può significare la differenza tra la vita e la morte. Certamente non le condizioni ideali per sviluppare rapporti di solidarietà o di “rispetto per il più debole”.