Genova – Verranno interrogati nuovamente questa mattina, a palazzo di Giustizia, i due cittadini siriani, fratello e sorella, fermati all’aeroporto Cristoforo Colombo con documenti falsi e sospettati di essere terroristi.
I due stavano per imbarcarsi su un volo diretto a Londra ma i loro documenti hanno insospettito il personale addetto alla sicurezza che prima li ha isolati e poi sottoposti a fermo.
I due presentavano infatti un passaporto che attestava la cittadinanza belga ma nessuno dei due parla correntemente il francese come è invece consuetudine in Belgio.
Questo elemento sospetto ha fatto scattare ulteriori controlli che hanno portato all’arresto dei due per aver tentato di espatriare con documenti falsi.
Gli inquirenti, però, temono che le loro colpe siano ben altre e sospettano che i due siano terroristi pronti a commettere qualche attentato all’estero.
Sui telefoni cellulari dei due, infatti, sono state trovate fotografie di armi che non sono state scaricate da Internet ma scattate “di persona”. Inoltre i due, che si difendono sostenendo di essere profughi in fuga, sono caduti in alcune contraddizioni al momento di ricostruire il loro viaggio dalla Siria sino all’Italia.
Elementi indiziari ma che lasciano aperta la strada del sospetto.
La difesa d’ufficio – i due non hanno denaro – tenta invece di dimostrare che i due sono davvero cittadini siriani in fuga dalla Guerra e che hanno cercato di raggiungere l’Inghilterra perchè hanno parenti e conoscenti a Londra.
Nessuna ombra di terrorismo per la difesa e le foto delle armi sono spiegate dal fatto che un parente dei due ha un’armeria in Siria.
Oggi i due incontreranno il magistrato che segue il caso e che deciderà se liberarli o approfondire ancora le indagini nel timore che i due facciano davvero parte di una rete internazionale di terroristi.