Genova – Proprio nel giorno della Festa della Donna arrivano buone notizie per quanto riguarda lo stato di sopravvivenza delle imprese femminili in provincia di Genova. Infatti, dopo una lunga fase di sofferenza peggiorata nel periodo tra 2013 e 2014 (2164 imprese al femminile in meno, ndr) e rimasta pressoché stabile nel 2015, le imprese del capoluogo ligure cominciano nuovamente a vedere “rosa”.
E’ quanto emerge da un’analisi curata dalla Camera di Commercio di Genova (clicca qui per resoconto) che inquadra la dinamica delle imprese femminili attive in provincia di Genova negli ultimi due anni.
Come si è detto, alla fine del 2014 si è avuto a che fare con un dato preoccupante, quelle delle 2164 unità imprenditoriali femminili in meno nella provincia di Genova, dato da imputarsi ad una sostanziale “fuga” da parte delle imprenditrici, spinte a ritirarsi a causa del peggioramento della situazione economica in provincia e di condizioni di precarietà preesistenti.
Un’analisi più articolata dell’andamento in provincia di Genova del numero di imprese femminili attive mostra che la situazione nei piccoli centri è migliore.
I comuni in cui il numero delle imprese femminili è cresciuto dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2015 sono 8: Pieve Ligure (da 18 a 22 imprese), Isola del Cantone (da 21 a 24), Fontanigorda (da 8 a 9), Lumarzo (da 18 a 20), Uscio (da 30 a 33), Rovegno (da 12 a 13), Torriglia (da 36 a 39) e Campomorone (da 89 a 92).
Questi dati, pur rappresentativi di una ridotta percentuale di imprese (252, ndr), rappresentano un segnale di vitalità delle aree considerate.
In altri otto comuni della provincia di Genova (Bogliasco, Borzonasca, Davagna, Gorreto, Mele, Propata, Rondanina e Valbrevenna) il dato di fine 2015 è rimasto pressoché invariato rispetto a quello di fine 2013, con un numero totale di imprese che rappresenta l’1,2% del totale provinciale.
Il comune di Genova registra invece una perdita netta di 1504 imprese femminili tra fine 2013 e fine 2015, con una diminuzione biennale del 13,3% e annuale dello 0,8%.
Di fronte a dati così altalenanti, la situazione potrebbe essere ben descritta parlando di una piccola ma significativa redistribuzione delle imprese femminili sul territorio provinciale, con un dato percentuale in perdita nel comune capoluogo (-0,3%, ndr) e in crescita nei comuni interni (+0,3%, ndr) e in quelli costieri (+0,1%, ndr).