Genova – “Dopo il Piano Casa arriva il Piano Casta”. Così i consiglieri regionali del Pd battezzano il disegno di legge di modifica dello statuto presentato dal centrodestra, con l’obiettivo di istituire la figura dei sottosegretari.
“Questa maggioranza – accusa la capogruppo Raffaella Paita – ha gettato la maschera, dimostrando una scarsa coerenza e chiarendo a tutti quanti che al centrodestra di diminuire i costi della politica importa ben poco. Anzi: da un anno non fa che aumentarli. Eppure alcuni degli attuali consiglieri e assessori regionali, quando sedevano tra i banchi della minoranza poco più di 12 mesi fa, sostenevano posizioni diametralmente opposte. Forse hanno perso la memoria, o più semplicemente hanno cambiato idea”. Paita infatti ha ricordato, insieme al consigliere del Pd Pippo Rossetti “le battaglie della Lega Nord contro gli assessori esterni o contro il settimo assessore: secondo loro – ha precisato Rossetti – ne sarebbero bastati sei. Oggi che sono al governo della Regione però, non soltanto dicono che sette assessori sono pochi, ma vogliono anche affiancargli tre sottosegretari”. Una sorta di vice assessori che secondo Barbagallo sembrano quasi delle “badanti, perché forse – precisa il consigliere Pd – in questi dodici mesi, il presidente Toti si è accorto che alcuni componenti della sua Giunta non sono in grado di svolgere i compiti che gli sono stati assegnati; ma allora sarebbe stato meglio un rimpasto, invece che la nomina di altre tre figure che peseranno sulle spalle dei cittadini”. Tanto più, gli ha fatto eco il vicecapogruppo Garibaldi “che in questo primo anno non è che la Giunta abbia brillato per operosità. Le proposte di legge sono state pochissime e mediocri. A cosa servono quindi tre persone in più? Servono soltanto per tirare a campare ancora un po’”. Il consigliere Juri Michelucci, che ha letto la relazione di maggioranza, ha sottolineato anche che la Giunta non ha mai chiarito il ruolo dei sottosegretari. “Quali saranno i loro poteri? – chiede Michelucci – La maggioranza per il momento non ha mai detto nulla in proposito. Forse perché l’unico scopo di questi sottosegretari è blindare la coalizione, per distribuire posti e poltrone. Altre Regioni hanno istituto la figura del sottosegretario, ma sempre in proporzione agli abitanti e al numero dei consiglieri. Toti ne vuole tre in Liguria quando l’Emilia Romagna, che ha un territorio molto più vasto del nostro, ne ha soltanto uno, che è persino è un consigliere eletto”. Il consigliere Giovanni Lunardon ha poi precisato che “quando il centrosinistra governava la Regione ha abolito i vitalizi, tagliato gli stipendi e ridotto il numero dei consiglieri. E tra le prime proposte di legge del Pd – ha ribadito – c’è stata un’ulteriore riduzione degli emolumenti, ma la maggioranza non solo ha bocciato questa pdl ma ha fatto dimettere da consiglieri due assessori favorendo l’ingresso in aula di due persone e in più. Oggi vuole far lievitare ulteriormente i costi aggiungendo tre sottosegretari”. “Ascoltando le ragioni del centrodestra a sostegno di questa modifica – è intervenuto il consigliere Luigi De Vincenzi – mi stupisce come si possa cambiare così radicalmente idea nel giro di così poco tempo, vista la convinzione con cui si batteva in aula l’allora minoranza”. Anche il consigliere Valter Ferrando ha ricordato l’incongruenza delle attuali posizioni del centrodestra con quelle espresse un anno fa. “Se allora ci fosse stata una condivisione e non una posizione demagogica – ha concluso – forse le posizioni di oggi sarebbero diverse. Io ho proposto in un emendamento che i sottosegretari vengano scelti tra i consiglieri regionali e questo non porterebbe ad alcun aggravio di costi”.