Il nome di “Lagaccio” deriva dal soprannome che venne dato dalla popolazione al lago artificiale che si trovava, sino ai primi anni 70, dove ora sorge il campo sportivo.
Fatto realizzare nei primi anni del 1500 da Andrea Doria, che aveva bisogno di una fonte costante di acqua per alimentare i giochi d’acqua della sua villa principesca, il lago era collegato con l’edificio dei Doria da una condotta in muratura che portava l’acqua raccolta nell’invaso direttamente alle fontane ma anche alle tubazioni di casa.
Lo specchio acqueo, secondo alcune fonti, era largo un centinaio di metri ed era lungo oltre 500 e la sua profondità, sebbene non fosse particolarmente alta, era comunque di diversi metri.
Secondo la tradizione il lago veniva curato da custodi che pulivano le condotte e si assicuravano che il fondale fosse sempre pulito ma poi, con il declino della famiglia Doria e della loro villa, anche il lago perse la sua importanza e cadde in disgrazia.
Le piogge trascinavano nel lago limo e terra e, con il passare degli anni, lo specchio acqueo divenne sempre meno profondo e sempre più limaccioso e torbido sino a trasformarsi in un acquitrino dove, comunque, molti ragazzi andavano a rinfrescarsi d’estate.
E proprio quando le acque iniziarono a diventare davvero pericolose, al punto di imprigionare nel fango qualche sfortunato bagnante, il luogo iniziò ad essere chiamato “Lagaccio”.
Un nomignolo che, con il tempo, divenne l’unico usato e finì con l’indicare ai genovesi il luogo e poi i quartiere costruito con il tempo.