Genova – Bidoni sovraccarichi nelle zone confinanti con le aree dove è in atto la raccolta differenziata “porta a porta” La prova più evidente delle difficoltà incontrate dall’esperimento in atto in alcune zone della città è l’imbarazzante sovraccarico dei bidoni della spazzatura delle aree limitrofe e “libere” dai provvedimenti.
L’allarme arriva da Quarto e da Marassi alta dove sono in atto gli esperimenti per passare, ad ottobre secondo i piani, alla raccolta differenziata porta a porta.
I residenti delle zone confinanti con quelle dove sono in atto le prove generali, infatti, hanno notato un considerevole aumento della spazzatura lasciata nei bidoni “liberi” e non controllati.
Il sospetto, insomma, è che chi non riesce (o non vuole) rispettare le regole del porta a porta, talvolta piuttosto complesse e di difficile attuazione, scarichi la propria spazzatura nei bidoni al di fuori dell’area sotto controllo.
Un comportamento che potrebbe essere una risposta semplice ad un problema complesso ma che andrebbe comunque presa in considerazione da parte di chi gestisce l’esperimento.
I problemi sono noti: difficoltà a mantenere in casa i rifiuti umidi tra una raccolta e l’altra, bidoncini troppo ingombranti per piccoli appartamenti e bidoni condominiali sigillati con chiavi “universali” che potrebbero essere usate per scherzi, malignità ma anche per nascondere la propria incapacità ad adattarsi alle regole della convivenza civile.
Ad ottobre, però, scatteranno le sanzioni, salatissime e chi non rispetta le regole potrebbe essere costretto a pagare sino a 500 euro di ammenda.
Un incentivo ad uniformare le proprie abitudini alle esigenze della collettività ma anche il pericolo di essere sanzionati per questioni di “lana caprina” come, appunto, la possibilità che qualcuno getti rifiuti non differenziati nei bidoni altrui per dispetto o anche solo perchè le abitudini di consumo non sono “standard” come il caso testimoniato dalle lettere ricevute da alcuni residenti dove Amiu chiede conto del ridotto uso del bidone del vetro o della carta.
Come si dimostra che si tratta di “furbetti” e non, più semplicemente, di consumatori orientati verso un tipo di contenitore piuttosto che un altro?
Le lettere di contestazione hanno già fatto nascere un altro “caso”: alcuni condomini si sono rivolti a studi di avvocati per esaminare la situazione e sono partite diffide e lettere di protesta per segnalare che i bidoni sono dotati di chiavi “generiche” che aprono tutti i bidoni dello stesso tipo. Questo non consentirebbe di escludere l’intervento altrui nel sabotaggio della raccolta differenziata ma, soprattutto, non consentirebbe all’azienda titolare del servizio di identificare con sicurezza l’autore dell’infrazione.
Un problema che potrebbe intasare le aule giudiziarie con decine e decine di ricorsi contro le multe. Davvero un pessimo inizio.