Palermo – Sono stati individuati dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza sei scafisti, tra cui un minore, che si trovavano alla guida di quattro gommoni soccorsi nei giorni scorsi nel canale di Sicilia e arrivati a Palermo lo scorso lunedì mattina a bordo della nave Dattilo della Guardia Costiera.
A finire in manette sono stati tre cittadini del Gambia, due del Senegal ed un nigeriano. Gli scafisti si trovavano alla guida di quattro gommoni che avevano effettuato la traversata del Mediterraneo in condizioni precarie, con a bordo complessivamente 482 migranti partiti dalla Libia.
I sei dovranno rispondere al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mentre il 17enne è accusato anche di omicidio. Su uno dei gommoni intercettati, infatti, i militari hanno trovato i corpi senza vita di dieci migranti, tra cui quelli di tre bambine.
Ad aiutare gli agenti della Squadra Mobile di Palermo sono state le testimonianze dei naufraghi che hanno permesso l’identificazione dei sei scafisti. Dai racconti dei sopravvissuti è emerso come il gommone dove hanno perso la vita le dieci persone era governato proprio dal baby scafista e proprio il comportamento del 17enne sarebbe stato la causa della morte dei migranti. Durante la navigazione, il barcone ha imbarcato notevole acqua e stava per affondare quando è sopraggiunta nave Dattilo. Proprio in quel momento lo scafista ha fatto rovesciare sul fondo del gommone, già pieno d’acqua, diverse taniche di carburante le cui esalazioni hanno stordito alcuni migranti, facendoli cadere sul fondo dell’imbarcazione. Tre di loro sono morti annegati mentre altri, privi di senso, sono stati calpestai dagli altri passeggeri che tentavano in ogni modo di salvarsi.