Edimburgo – «Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?» Era il 1996, quando il regista Danny Boyle riuscì a rendere l’adattamento cinematografico del romanzo di Irvine Welsh uno dei film che hanno segnato la storia degli anni ’90. Un giovane Ewan McGregor interpretava Mark Renton, eroinomane, che con il suo gruppo di amici (Ewen Bremner, Jonny Lee Miller e Robert Carlyle) si dimenava tra il desiderio di disintossicarsi e le crisi di astinenza. Un viaggio nel mondo della dipendenza, del malessere radicato, del pallido tentativo di accontentarsi di una normalità avvilente, raccontato con atmosfere cupe e immagini forti, alcune delle quali accompagnate da una colonna sonora che ha contribuito a rendere Trainspotting un’icona del cinema.
Dopo 21 anni esatti (era il 23 febbraio 1996 quando il primo Trainspotting uscì al cinema), il cast al completo ritorna nelle sale, con Trainspotting 2, con qualche segno del tempo in più e altri vizi con cui fare i conti. Anche in questo caso, la sceneggiatura è ispirata al romanzo dello stesso Irwine Welsh, “Porno“. Nuove dipendenze per vecchi tossici, verrebbe da dire. Il precedente capitolo terminava con la fuga di Rent con un borsone pieno di soldi, verso un futuro possibile, alle spalle degli amici di una vita. Ora Mark è tornato a Edimburgo, senza aver dato la svolta sperata alla sua esistenza, e dovrà rendere conto delle sue azioni per ricucire il rapporto con i suoi vecchi compagni. Che lo perdoneranno, e lo porteranno, ben presto, in uno stato di realismo nostalgico ben diverso da quello del passato, che lo ha visto sempre scappare dalla realtà utilizzando tutte le sostanze stupefacenti possibili.
Di certo imperdibile per chi ha apprezzato una delle pellicole più forti sul mondo della tossicodipendenza, T 2 – Trainspotting 2 da oggi sarà nei cinema italiani, distribuito da Warner Bros.