Genova – Si è svolto ieri sera all’interno del “The Honey Bar” di salita del Prione, nel cuore del centro storico di Genova, l’incontro con Riccardo Persano, autore del racconto “Il boss e Martina. Storia di una giornata storta, che poi tanto storta non era” edito da Eretica.
Tema principe della chiacchierata con Persano è stato proprio il suo libro, che ha come protagonista Martina, una 29enne poco più che stagista impiegata all’interno di un grande studio pubblicitario dove, sotto la direzione di Max, lavorano quaranta persone tutte di età compresa tra i 28 ed i 35 anni.
Nel corso della sua giornata lavorativa, Martina si trova costretta ad interrompere la riunione del capo con un importante cliente e per questo viene aggredita verbalmente e cacciata via dalla stanza riunioni.
In lei questo genera un profondo turbamento che la porta a chiudersi in bagno e a piangere. Proprio qui accade qualcosa, una sorta di riscossa e Martina, con il volto rigato dalle lacrime, ritorna nella stanza riunioni e si ribella a Max, decidendo poi di abbandonare il posto di lavoro.
La capacità di Persano nel raccontare la giornata storta di Martina stà proprio nell’attenersi a quello che è successo senza dare la sua opinione né inserire i suoi pensieri, come se si trattasse di una cronaca degli accadimenti durante il quale rimane impersonale. Questo porta il lettore ad immedesimarsi e ad immaginarsi tutti i personaggi che compongono la società Futura S.r.L., sentendosi per primi Martina, che, alla fine del racconto, si ritrova circondata da una sensazione di pace, proprio quella che negli 11 mesi precendenti non aveva mai avuto.
Riccardo Persano spiega: “Ho scelto il mondo pubblicitario perché io lavoro in un’agenzia pubblicitaria e molte cose le ho viste ‘dall’interno’. La mia scelta sarebbe ricaduta comunque su un ambiente simile perché è quello a mio parere più plasticoso e pieno di paroloni inglesi, in passato più che oggi intento a vendere fumo e fare un sacco di soldi, e che quindi maggiormente può essere l’esempio delle condizioni di lavoro che oggi si trovano a vivere i giovani. Parole, promesse, contratti e terminologie strane a volte incomprensibili ma di cui si devono fidare per forza se vogliono provare a farcela nella vita. Fino a che non sono proprio gli stessi ragazzi i primi a convincersi che sia giusto l’ambiente, convinti che flessibilità sia il sinonimo di modernità ma l’unico reale bisogno sarebbe il vedere riconosciuta la sua giusta posizione con l’adeguato compenso economico al tempo della sua vita che dà al suo capo“.
Un racconto che contiene un messaggio di speranza portato proprio dalla protagonista che ha il coraggio di dire no a condizioni di lavoro ed atteggiamenti che non le permettono di compiere la crescita professionale e personale che lei stessa si augurava. Una lettura che aiuta i giovani a trovare la forza di chiedere condizioni migliori e che, allo stesso tempo, serve a chi è un po’ meno giovane per comprendere la difficoltà di una generazione che non ha la possibilità di determinarsi.