Genova – Il Goa Boa Festival continua con le sue serate di musica, sempre diverse tra loro ma sempre coinvolgenti per la loro energia. La quinta serata, e penultima per questa edizione, ha visto la presenza sul palco di due gruppi genovesi al loro esordio nel mondo musicale, e di due big dalla forte personalità, che in comune hanno la capacità di far ballare senza sosta il pubblico che ha affollato l’Arena del Mare.
I primi a salire sul palco sono i Wrong Side, il gruppo genovese che ha appena pubblicato il suo primo album di inediti Punkalypso, da cui hanno estratto i brani proposti durante la serata. Il loro stile pop-rock dal respiro internazionale ha già convinto, tanto che un discreto numero di sostenitori ha sostenuto l’esibizione della band dall’inizio alla fine.
Altrettando genovesi i fratelli Fausto e Francesco Ciapica, alias i Cartabianca, sul palco della manifestazione per il secondo anno consecutivo, questa volta grazie alla piattaforma Musicraiser, attraverso la quale hanno attivato e portato a termine con successo la raccolta fondi che consentirà loro di pubblicare il primo album della loro promettente carriera. Il gruppo, già noto nel panorama musicale genovese anche grazie alla loro presenza attiva all’interno di UGA Unione Giovani Artisti, si sono esibiti facendo conoscere al pubblico alcuni dei loro pezzi più coinvolgenti, in linea con la tradizione cantautorale nostrana.
Luci calde, atmosfera caliente, e a salire sul palco è Tonino Carotone, che insieme alla sua band scalda l’atmosfera e fa ballare grandi e piccini. L’artista ha cantato, fumato il sigaro, mosso qualche passo di danza, intrattenuto il pubblico con la sua simpatia e la sua verve; i suoi successi si sono mescolati ai brani della tradizione, per una scaletta dal sapore internazionale. Il suo più grande successo “Me cago en el amor” è stato accolto dal pubblico con grande entusiasmo, dando prova delle grandi doti dei musicisti che accompagnano il “toro di Pamplona” durante i suoi live.
Un cambio palco un po’ più lungo per lasciare la scena ai bosniaci Dubioza Kolektiv, tutti vestiti di nero e giallo, che come api impazzite hanno acceso la scena con la loro carica a metà tra ska, reggae e punk, tutto dal sapore politicamente scorretto. Tra una canzone e l’altra non sono mancanti interventi degli artisti, che hanno trascinato i presenti in danze senza sosta fino a tarda notte.