Malibu – Ironia della sorte, il chitarrista Tom Petty è morto nella notte nell’ospedale di Santa Monica dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. Dopo alcuni rumors diffusi in serata, è arrivata la conferma ufficiale da parte del manager dello stesso musicista, Tony Dimitriades.
Dal 1976 insieme agli Heartbreakers, la sua band storica, con cui ha calcato i palchi di tutto il mondo consacrandosi a leggenda del rock. L’ultima esibizione risale a pochi giorni fa, a Los Angeles, dove Tom Petty and The Heartbreakers hanno tenuto tre concerti. Ma si sa, il destino non guarda in faccia nessuno, ultimamente accanendosi contro i pilastri della musica. E Petty è uno di quelli di cui si sentirà indubbiamente la mancanza, perché incarna l’essenza del rock americano, senza fronzoli, senza superficialità, mescolandolo a volte, spesso, con folk e country, da vero uomo del Sud (la sua città natale è Gainesville, in Florida).
D’altra parte, un bambino di dieci anni che si trova di fronte a Elvis Presley sul set di uno dei suoi tanti film, cosa altro poteva sognare di fare da grande se non dedicare la sua vita al rock? Lo zio di Tom, produttore cinematografico, decise di portare il nipote dietro le quinte e la passione fu immediata e bruciante, nonostante il padre non fosse contento di avere un figlio “damerino interessato alle arti“. Gli studi all’Università della Florida, rimasti incompiuti, di cui resta solamente un albero, che tutt’ora viene chiamato The Tom Petty Tree, e il breve lavoro come becchino non distolgono l’attenzione del rocker dal suo grande amore per la musica. Il successo arrivò in fretta, anche se altalenante nei primi anni di vita della band. Poi la carriera solista e le svariate collaborazioni; su tutte, vale la pena di ricordare quella con i Traveling Wilburys, che vide Petty al fianco di Bob Dylan, George Harrison, Jeff Lynne e Roy Orbison per un progetto alla fine degli anni Ottanta.
Nel corso della giornata non sono mancati i messaggi di cordoglio da parte di amici, colleghi e collaboratori dell’artista, tra cui Bruce Springsteen, che su Twitter ha lasciato queste parole: “Qui in E Street, siamo devastati e distrutti per la morte di Tom Petty. I nostri cuori sono vicini alla sua famiglia e ai musicisti della sua band. Ho sempre sentito un profondo legame con la sua musica. Un grande cantautore e musicista, e ogni volta che ci siamo incontrati è stato come ritrovare un fratello lontano. Il mondo sarà un luogo più triste senza di lui“.
La colonna sonora di questo autunno non potrà che essere costellata dai capolavori senza tempo di Petty, da “Into the great wide open” a “Learning to fly”, da “Free fallin’” a “Last dance with Mary Jane” e “Don’t come around here no more“, un pezzo di rock psichedelico che ha visto Tom Petty vestire i panni del Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie.