La Spezia – Ancora indagini per identificare ed arrestare il maniaco che da mesi terrorizza le giovani donne che vivono e lavorano in città. L’ultima aggressione, avvenuta qualche giorno fa, in pieno giorno, vicino al supermercato Esselunga, nel quartiere di Migliarina ha fatto scattare un’ulteriore intensificazione dei controlli, nella speranza di cogliere l’autore della lunga serie di aggressioni, sul fatto.
Sempre più o meno simile la tecnica di aggressione: l’uomo cammina alle spalle delle vittime e le aggredisce da dietro, afferrandole e palpandole per poi fuggire precipitosamente. Una modalità che sembra collegare diversi episodi a partire dal febbraio scorso quando una ragazza ha denunciato alla polizia di essere stata aggredita, di notte, in via del Prione. In realtà potrebbe esserci un episodio ancora antecedente, con una giovanissima studentessa che afferma di essere stata palpeggiata al seno in via dei Mille.
Ma gli inquirenti temono che gli episodi, in realtà, siano molti di più e che, semplicemente, molte vittime preferiscano non denunciare per paura o per vergogna o che siano riuscite a “sfuggire” al maniaco con una forte reazione. Sembra infatti che l’aggressore si spaventi facilmente se la vittima reagisce urlando o sferrando calci e pugni o se la zona “d’azione” sia visibile da altre persone.
Di certo c’è che dai primi di febbraio una serie di episodi allunga in modo impressionante il “curriculum” del maniaco che corrisponderebbe anche nella descrizione: un 50enne, sul metro e settanta, che indossa un piumino blu e con i capelli lunghi. Inoltre avrebbe un vistoso neo sul viso.
Una descrizione piuttosto precisa che non dovrebbe rendere difficile identificarlo e bloccarlo ma anche “evitare” di essere avvicinate. Eppure i colpi si ripetono e il maniaco resta a piede libero.
Più recentemente il maniaco avrebbe colpito due infermiere dirette all’ospedale Sant’Andrea, un’impiegata del Tribunale, una studentessa e una commessa. In nessuno dei casi, però, si sarebbe spinto oltre. Abbastanza, però, da terrorizzare le vittime e spingere moltissime donne a farsi accompagnare al lavoro e in giro per commissioni, da amici, parenti e fidanzati.
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