Genova – Restituire “a rate” i 49 milioni di euro oggetto di contestazione. E’ la nuova proposta al vaglio di magistrati e tesorieri della Lega per risolvere il contenzioso nato dall’inchiesta su presunti fondi illeciti trasferiti alla Lega Nord e poi “svaniti nel nulla. Fondi pubblici che, secondo le sentenze di primo e secondo grado, devono essere restituiti allo Stato ma di cui non ci sarebbe traccia nei conti del partito di Matteo Salvini.
Mentre pende il giudizio della Corte di Cassazione, il Tribunale del Riesame ha autorizzato il sequestro dei beni della Lega e, in particolare, ha confermato che il denaro va ricercato in tutti i conti del partito, anche se risulta ora composto da una “federazione” di partiti regionali.
Per evitare la paralisi economica, però, sarebbe allo studo l’ipotesi di una restituzione “rateale”, con tanti piccoli prelievi sui conti gestiti dalla Lega. Un’opzione che eviterebbe la paralisi del partito che non avrebbe più i fondi per pagare dipendenti e finanziare le iniziative politiche.
Matteo Salvini ha già risposto pubblicamente che le rate non sono “il problema” poiché “io i soldi non li ho proprio”. Proseguendo la linea difensiva già usata provocatoriamente alcuni mesi fa quando sfidò magistrati genovesi che seguono il caso a “trovare” i soldi che sarebbero spariti.
Al di là delle “uscite”, però, quella della restituzione rateale appare l’unica soluzione percorribile per “salvare capra e cavoli” e ottenere la restituzione allo Stato di soldi illecitamente ottenuti e non paralizzare l’attività del partito.