Roma – Un’indagine dell’Antitrust su Poste Italiane per verificare se i postini verifichino davvero se i destinatari delle raccomandate e dei pacchi sono in casa o se, invece, come denunciano molti utenti, lasciano direttamente il biglietto per ritirare la posta negli uffici.
La clamorosa verifica avviata dall’Antitrust ha fatto impazzire i social con commenti di ogni tipo e con la netta divisione tra chi conferma il malcostume denunciato e chi invece parla di fenomeni isolati che potrebbero essere causati dai singoli postini più che essere una prassi consolidata.
Poste italiane, comunque, rischia una sanzione sino a 5 milioni di euro.
L’ipotesi oggetto di verifica è la possibilità che i postini non verifichino la reale presenza in casa dei destinatari della corrispondenza, come raccomandate e pacchi, ma che, piuttosto, preferiscano inserire nelle caselle postali il messaggio di mancato recapito per assenza del destinatario con l’invito a recarsi negli uffici postali per il recupero.
Una pratica denunciata evidentemente da un numero crescente di Utenti e che genera un forte malumore nei confronti di una società che invece avrebbe tutto l’interesse di curare i rapporti con la clientela.
Al vaglio anche la possibilità che la forte riduzione del personale degli ultimi anni “costringa” di fatto i pochi postini rimasti a lavorare con una maggiore fretta e con meno tempo a disposizione per effettuare verifiche attente.
I funzionari dell’Autorità per la concorrenza e il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza hanno ispezionato gli uffici del Gruppo di Poste Italiane raccogliendo materiale.
L’istruttoria avviata dall’Antitrust “per accertare una presunta pratica commerciale scorretta, posta in essere nell’ambito del servizio di recapito della corrispondenza e, in particolare, delle raccomandate”.